venerdì, 29 Marzo 2024
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Padova: siccità, non piove da 40 giorni e le campagne sono a secco

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Massimo Bressan: “Dopo un inverno con scarse precipitazioni ora temperature al di sopra della media, va già programmata la gestione della risorsa acqua attraverso i Consorzi di Bonifica, esempio virtuoso di autogoverno per salvaguardia equilibrio idrogeologico”

Non piove da 40 giorni, in campagna gli agricoltori fanno i conti con la prospettiva di un’annata all’insegna della siccità e della scarsità d’acqua. “Siamo reduci da un inverno con scarse precipitazioni – ricorda Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – visto che le ultime piogge degne di questo nome risalgono a novembre. A dicembre e gennaio sono caduti nel complesso poche decine di millimetri d’acqua mentre a febbraio l’ultima pioggia risale al 2 febbraio. Da allora non è più caduta una goccia d’acqua e la situazione si sta facendo preoccupante. Abbiamo assistito infatti ad un deciso aumento delle temperature, con valori al di sopra della media stagionale. Anche per i prossimi giorni non sono previste piogge quando invece ce ne sarebbe un gran bisogno, per le coltivazioni ma anche per migliorare la pessima qualità dell’aria che respiriamo. Se non arriva dal cielo, l’acqua dovrà giungere dalla rete idrica locale e qui entrano in gioco i Consorzi di Bonifica. – aggiunge il presidente – In campagna l’acqua serve per far crescere il grano e gli altri cereali autunno vernini, in questo periodo in fase di “levata” anticipata dal caldo, sulle cui foglie si notano già preoccupanti ingiallimenti, ma anche per agevolare la stagione delle semine della barbabietola, del mais e della soia. I terreni infatti si presentano in condizioni difficili e poco ideali per la lavorazione di pre semina perché induriti dalla prolungata mancanza d’acqua”.

“Anche la concimazione dei terreni risulta problematica per l’assenza d’acqua. I frutteti, in particolare albicocco, pesco, susino,ciliegio e mandorlo, – continua Bressan – sono in fiore ma potrebbero essere minacciati dall’abbassamento repentino della temperatura e dalle gelate tardive. E’ sufficiente infatti arrivare allo zero per poche ore per compromettere le produzioni. Anche in questo caso poi la penuria d’acqua è destinata a farsi sentire. Sono già iniziate le prime raccolte dell’asparago che beneficia, come per altre colture, del clima mite di questo periodo. Tuttavia, se a breve non pioverà, ci saranno problemi non indifferenti non solo sulle colture in corso ma anche per l’approvvigionamento idrico dei prossimi mesi, con gravi riflessi sull’irrigazione, assolutamente necessaria in quasi tutta la nostra provincia. Nella Bassa Padovana in particolare stiamo già facendo i conti con la penuria d’acqua nei canali principali, un fenomeno che di solito si verifica alle porte dell’estate. E’ evidente pertanto –prosegue Bressan – come sia sempre più urgente programmare con cura la gestione delle risorse idriche, in sintonia con i Consorzi di Bonifica. Proprio di questo abbiamo parlato qualche giorno fa nell’incontro con i rappresentanti veneti dei Consorzio su iniziativa di Anbi e Coldiretti. Abbiamo sottolineato come il sistema della bonifica della nostra regione sia all’avanguardia, con i conti in ordine, senza oneri sul bilancio regionale e con una professionalità e progettualità in grado di garantire una corretta manutenzione del territorio. Un modello virtuoso – conclude Bressan – basato sull’autogoverno, la sussidiarietà e l’autonomia finanziaria, ancora più indispensabile di fronte alle nuove emergenze imposte dai mutamenti climatici e da eventi estremi come siccità e dissesto idrogeologico, che richiedono un intervento tempestivo sul territorio”. La bonifica veneta conta 12mila kmq di territorio servito (il 60% della Regione), quasi 5milioni di assistiti (l’89% della popolazione), 26mila km di canali irrigui e di scolo, circa 400 idrovore (delle 700 totali in Italia).

“La legge regionale del 2009 intervenne disciplinando le funzioni, semplificando l’organigramma, aggregando ulteriormente, applicando il principio comunitario di precauzione e prevenzione del danno ambientale – ha sottolineato Giuseppe Romano di Anbi Veneto – anticipando con saggezza e preparando le strutture normativamente, dotandole di strumenti adeguati per quanto sarebbe accaduto negli anni successivi, eventi alluvionali e fenomeni atmosferici fuori dall’ordinario che hanno visto il pronto intervento di Sindaci schierati con la Protezione Civile, i tecnici consortili nonché i funzionari della Regione insieme ovviamente agli imprenditori agricoli. L’azione nel momento dell’urgenza ha scardinato gerarchie e favorito la consapevolezza che di fronte ai cambiamenti climatici non si è mai sufficientemente pronti nonostante i guanti e i caschetti in dotazione”.

Sul patrimonio di storia, abilità e competenza da difendere e valorizzare è intervenuto Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto, che alla luce quanto accaduto anche recentemente, dalle alluvioni ai tornado alla siccità, ha invocato soluzioni e politiche adatte. “Un ragionamento sul risparmio della risorsa idrica e la sua conservazione va avviato e ovviamente condiviso dai consumatori, dagli ambientalisti oltre che dagli attori principali della campagna”.