sabato, 20 Aprile 2024
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La Chiesa di Santa Caterina e i luoghi sacri di Chioggia

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Clero e luoghi sacri a Chioggia è il tema dell’incontro artistico-culturale che si è svolto ad aprile, condotto dal professor Sergio Ravagnan che si è soffermato sul convento delle monache cistercensi, punto di riferimento religioso e civile del centro storico

Clero e luoghi sacri a Chioggia – Iconografia della chiesa di S. Caterina. Il convento delle monache cistercensi è sempre stato un punto di riferimento religioso e civile per tutto il centro storico di Chioggia in particolare dopo le tragiche vicende della guerra contro i Genovesi del 1379, come ha sottolineato il professor Sergio Perini nell’incontro artistico-culturale svoltosi domenica 7 aprile scorso nella chiesa di S. Caterina e promosso dalla Fondazione Santi Felice e Fortunato.

D’altra parte la città di Chioggia è caratterizzata dalla presenza di numerosi luoghi sacri, spesso assai vicini tra loro, che testimoniano l’intensa religiosità della popolazione almeno fino al XIX secolo quando il processo di secolarizzazione e le trasformazioni della periferia hanno comportato un radicale cambiamento urbanistico e sociale. Le molte opere d’arte ora con servate nella chiesa di S. Caterina sono state illustrate dal professoressa Sergio Ravagnan.

Il campanile con la sua particolare cupola “a cipolla” è stato progettato nella metà del Seicento da Baldassarre Longhena, lo stesso famoso architetto a cui in precedenza era stato affidato il progetto della nuova Cattedrale di Chioggia dopo l’incendio del 1623. L’interno di S. Caterina in stile barocco è impreziosito da tele che raffigurano la gloria di S. Caterina e il suo martirio con la ruota, la “Crocifissione e Santi” di Andrea Vicentino, il “Battesimo di Cristo” di Alvise Benfatti affiancato dalle statue in marmo di S. Gaetano da Thiene e S. Benedetto, l’altare con la statua di S. Lorenzo e quelle di S. Scolastica e S. Maria Maddalena, la pala di S. Vincenzo de Paoli di Giuseppe Maria Vianelli. Assai venerato l’altare con la statua della Madonna della Salute (si tratta di una copia perché l’originale, ora al museo diocesano, è stata assai danneggiata da un incendio doloso) che ricorda la conclusione della peste il 21 novembre 1631. Altre interessanti opere, presentate con diapositive, sono custodite in sagrestia e nel coro superiore.

L’evento è stato completato dagli intermezzi musicali per organo eseguiti dal maestro Carlo Oro, direttore della Scuola di musica sacra “G. Diruta”.

Eugenio Ferrarese