giovedì, 28 Marzo 2024
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Emergenza sociale a Mira, sempre più senza fissa dimora e minori in affido

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Sono 1.300 le richieste all’ufficio di Dolo dalla Riviera, per avere il reddito di cittadinanza

Gli anni della crisi economica si sono fatti sentire pesantemente sul fragile tessuto sociale del territorio mirese.

A Mira infatti aumenta l’emergenza sociale con sempre più persone senza fissa dimora: ora sono 88. Ma non solo.

Sono anche oltre una ventina, i minorenni per il quale il Tribunale dei minori a causa di gravi problemi personali o con le famiglie di origine ha stabilito l’affido o la destinazione ad una casa famiglia.

Le persone che in tutto il comprensorio hanno fatto richiesta all’ufficio di Dolo per avere il reddito di cittadinanza sono state 1.300. Oltre 500, invece, le persone che hanno fatto richiesta di aiuto all’Emporio Solidale di San Martino a Mira Porte, un servizio organizzato dalle parrocchie con il Comune.

L’Emporio ha erogato oltre 130 tessere per rifornirsi di vestiario e alimenti.

Le persone che percepiscono il Reddito di inclusione a Mira sono circa una ottantina. Oltre all’Emporio Solidale, il Comune di Mira ha messo in campo anche altri progetti: il “Progetto di Cittadinanza Attiva” e “Lavoratori di pubblica utilità” che vede Mira capofila dei Comuni di Rivera e Miranese. Nel 2017 sono state inserite 5 persone.

A tracciare il quadro complessivo è Chiara Poppi, assessore alle Politiche sociali. “La presenza di senza fissa dimora – spiega Chiara Poppi – è complessivamente di 88 persone: 54 singoli, la maggior parte uomini italiani, e 34 persone in nuclei con minori. Di questi nessuno ad oggi vive per strada ma lo farebbe se non ci fosse l’intervento costante dei servizi sociali attraverso dormitori, co-abitazioni, in comunità, strutture residenziali”.

Recentemente ad esempio se ne sono andati dal parcheggio sotterraneo delle poste, in centro a Mira, tre senzatetto che continuavano a dormire ad ogni stagione, nonostante i tanti tentativi di inserimento in dormitori.

Difficile anche la situazione dei minori in affidamento. Anche se e esistono progetti pilota che possono portare a soluzioni meno traumatiche per i ragazzi.

“Il Comune – spiega la Pioppi – ha 17 minori in affido (14 residenziale e 3 diurno) e 6 minori invece sono stati affidati a comunità. Negli ultimi anni è aumentato l’inserimento dei minori in famiglie affidatarie. Non tutti i minori possono essere affidati, alcuni hanno necessariamente bisogno della comunità, ma riscontriamo un miglioramento della situazione in quei ragazzi che sono stati inseriti in famiglie”.

L’affidamento familiare residenziale è la forma più diffusa di affidamento, e si definisce tale quando il minore dorme nell’abitazione degli affidatari almeno 5 notti a settimana, con esclusione dei periodi di interruzione previsti dal progetto di affido.

L’affidamento diurno invece, non residenziale, persegue la finalità di prevenire l’allontanamento del minore dalla sua famiglia d’origine e preservare l’unità del nucleo familiare.

L’affidamento di un minore ad una casa famiglia costa al Comune fino a 60 mila euro l’anno, con l’affido la cifra scende di un terzo.

Alessandro Abbadir

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