martedì, 19 Marzo 2024
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Zero Branco: i migliori poeti premiati a Villa Lattes

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Il prestigioso concorso di poesia, arrivato alla sua 28° edizione, ha donato un diploma, una somma di denaro e un riconoscimento ufficiale ai migliori scrittori

Si è concluso nella prestigiosa cornice di Villa Lattes di Istrana il “Premio Istrana 2019”, il concorso nazionale di poesia, riservato in particolar modo alla poesia in lingua italiana e quella composta in dialetto veneto. Organizzato dalla Pro loco istranese, patrocinato dall’amministrazione comunale, dalla Provincia di Treviso e dalla Regione Veneto, il concorso è giunto alla sua 28° edizione ed è annoverato ormai tra i più importanti della penisola, consistente in un diploma e una somma di denaro per i primi tre classificati di ogni sezione oltre ad uno speciale riconoscimento per i primi due classificati donato dal sindaco a nome dell’amministrazione comunale.

A presiedere il collegio giudicante è ormai da 14 anni il poeta, scrittore e critico letterario, prof. Paolo Ruffilli coadiuvato dalle dottoresse Franca Chiletti e Maria Grazia Giuffrida, mentre a presentare la serata di premiazione lo scorso giugno e a leggere le poesie segnalate e vincitrici è stato l’attore e regista Sebastiano Boschiero. Il primo premio per la sezione di poesie in lingua italiana è andato a Ivan Fedeli con “Le tonsille” n° 162 con la motivazione da parte della giuria per “il fascino vincente della poesia risiede in primo luogo nella scrittura che la plasma e in quella incantata freschezza del linguaggio che rinnova nel miracolo ogni volta la trasparenza aurea delle cose antiche della vita e del mondo che si tramandano rinnovandosi di generazione in generazione. Il poeta si fa interprete di tale leggerezza con fervida immaginazione, gentilezza e sorridente ironia, tra sogno e memoria”.

Al secondo posto si è classificato Francesco Piemonte con “Muro vecchio” n°109, mentre è andata la medaglia di bronzo a Paolo Borsoni con la poesia “Quando la corrente viene a mancare” n°43. Nella sezione delle opere scritte in lingua veneta invece, la giuria ha premiato Maria Antonia Maso con la sua “Un fià de moto e tanti dubi”, poesia n°4, motivando così la scelta vincitrice: “Con arguzia disincantata e con ironia che non attenuano affatto la satira ma come addomesticandola – hanno giustificato i giudici -. Nella sua poesia Maso disegna a metà tra il bozzetto di costume e la sceneggiata filosofica un elogio purtroppo limitativo della vecchiaia, con i suoi problemi soprattutto di salute, acciacchi, malanni, deterioramento inevitabile del proprio stato e necessità di conviverci. E si segnala con evidenza la scrittura per il suo modo originale di mescolare tratti dell’italiano e neologismi dentro il corpo del dialetto”.

Infine il secondo posto di poesia in lingua veneta è andato ad Aldo Ronchin con “Cartoina in biano e nèro” n°49, mentre terzo posto per Nico Bertoncello con “Ghemo rento” n°71.

Gaia Ferrarese

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