giovedì, 18 Aprile 2024
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Vittime della droga: in Veneto il fenomeno continua a crescere

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A lanciare l’allarme è l’assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro, Elena Donazzan: “In Veneto cresce il numero di morti per droga”. Un dato che pone la regione al primo posto in Italia per il numero di vittime. Si teme per l’uso di stupefacenti fuori dagli istituti scolastici.

“I dati impressionanti relativi alle morti per droga nel Veneto nel corso di quest’anno confermano l’adeguatezza della sollecitazione continua da parte mia e della Regione ad affrontare con sempre maggior attenzione e più serrati controlli un fenomeno che purtroppo continua ad espandersi, seminando morte e lutti. A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico abbiamo il dovere di mettere in atto tutti gli interventi possibili, in termini di prevenzione e di presidio del territorio per combattere questa piaga”.

Così l’assessore Donazzan, torna sul grido d’allarme lanciato dal prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, a seguito dei 25 casi di morte per overdose nel Veneto nel corso di quest’anno. “Concordo pienamente con il prefetto Zappalorto – prosegue l’assessore – sulla necessità di convocare gli Stati generali per fronteggiare quella che è evidentemente un’emergenza da tempo, coinvolgendo ogni soggetto interessato. La Regione conferma la piena disponibilità ad adoperarsi affinché cresca la consapevolezza a tutti i livelli della pericolosità dell’uso di qualsiasi sostanza stupefacente: un messaggio che abbiamo il dovere di diffondere in uno degli ambiti purtroppo maggiormente esposti, quello della scuola”.

“Già lo scorso anno – conclude Donazzan –, a seguito dei controlli effettuati dalle forze dell’ordine con i cani antidroga, era emerso che sin dalle prime ore del mattino le sostanze killer circolavano in prossimità degli istituti scolastici posti sotto sorveglianza. Venticinque morti sono il drammatico conteggio, forse purtroppo non definitivo, di quest’anno: dobbiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità perché questa lista non si allunghi”.

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