Intervista a Diego Crivellari, nominato vicepresidente dell’Accademia dei Concordi. “Rovigo sta esprimendo una capacità diffusiva ed attrattiva tale da spostare in avanti l’asse della crescita”
La Cultura è la “materia prima”, fibra propulsiva di vasta portata per produrre il cambiamento. Lo ha affermato Diego Crivellari, scrittore, docente di Filosofia e Scienze Umane nelle scuole superiori, deputato del Pd nella XVII legislatura e nominato recentemente Vicepresidente del Cda dell’Accademia dei Concordi. Un ruolo delicato ed entusiasmante acquisito in un momento in cui il capoluogo del Polesine rinforza l’impegno per “fare sistema”, appianare vecchie diatribe uncinando la Cultura come una punta di diamante per lo sviluppo. A rimbalzare è un primo quesito che inoltriamo al neo designato Vicepresidente Concordiano.
In che modo possiamo guardare a Rovigo con occhi nuovi?
“Innanzitutto penso che sia molto positivo il fatto che nel consiglio comunale si sia deciso di superare ogni forma di incertezza o di “contenzioso” fra Comune e Accademia e si sia ratificato l’accordo che consentirà di regolare i rapporti fra i due enti. L’intesa poggia sul carattere privatistico dell’istituzione dei Concordi mentre l’ente territoriale comunale è ovviamente soggetto di diritto pubblico, ma questa veste rappresenta una particolarità proficua garantita dall’unità degli intenti sia della parte pubblica che di quella privata. La sintonia fra il sindaco Edoardo Gaffeo, il Presidente dell’Accademia Giovanni Boniolo e la Vicepresidenza che sono lieto di rappresentare agevola il volano dei progetti”.
Quali sono gli anelli da stringere in questa fase?
“Le funzioni di proposta, dialogo, interlocuzione vanno rinforzate e tradursi in un’ampia apertura verso la città. In quest’ottica l’Accademia si colloca su uno sfondo centrale per il rilancio delle iniziative culturali che già dimostrano un dinamismo molto interessante. Pensiamo al “Maggio Rodigino”, ai Festivals, alle Mostre di Palazzo Roverella, al teatro, al pregiatissimo “Cello Rovigo” sulla musica violoncellistica. Rovigo sta esprimendo una capacità diffusiva ed attrattiva nel settore culturale ed artistico tale da spostare in avanti l’asse della crescita. Tornando allo sguardo sulla città, se notiamo le sue piazze, i palazzi, ci accorgeremo della duplice impronta storico-architettonica, veneziana e ferrarese. Rovigo è stata la cerniera fra gli Estensi e la Serenissima, ma oggi dovremmo non fermarci alla concezione “statica” dell’identità cittadina edificata sul patrimonio culturale interno e incrementare i circuiti di cultura e comunicazione che si proiettano verso l’esterno”.
Rovigo capitale italiana della Cultura, un progetto utopico?
“L’utopia è utile, è quanto ci serve per trovare la misura del possibile, è l’aggancio con la visione che fa ricadere programmi e strategie concrete. Montebelluna a Comacchio sono risultate finaliste nella candidatura a capitali italiane della Cultura. A parte questo, sono convinto che occorra riconoscere e valorizzare ogni profilo delle buone opportunità, che la cultura sia anche mobilitazione delle idee, che in primo piano ci debbano essere i giovani ed il loro contributo e che, se volessimo individuare uno slogan, servono protagonisti attivi, nella formazione e nella partecipazione”. Daniela Muraca