giovedì, 25 Aprile 2024
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Cementeria, il Comune di Monselice chiede il rigetto delle modifiche all’impianto

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Ora il Comune può chiedere la revisione oppure aprire un tavolo tecnico congiunto

Caeperchit È ufficiale: palazzo Tortorini si rivolge alla Provincia chiedendo il rigetto dell’istanza di modifica dell’impianto avanzato dalla cementeria Buzzi. La richiesta arriva direttamente dal sindaco Giorgia Bedin, dopo aver partecipato a un tavolo di discussione con la provincia e a un incontro con i consiglieri della città della Rocca.

Nel documento inviato all’Area del territorio e Servizio Ambiente della provincia di Padova l il primo cittadino monselicense raccoglie e fa proprie anche le istanze presentate al comune dai comitati “Lasciateci Respirare” ed “E Noi”. Alla base della richiesta di riesame dell’istanza, alcune incongruenze tecniche rinvenute nella richiesta di modifica non sostanziale dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Nell’istanza presentata lo scorso settembre dai vertici della Buzzi Unicem si legge che la cementeria Buzzi manifesta l’intenzione di “modificare l’impianto di ricezione e dosaggio di minerale di ferro e/o silicato di ferro per una migliore gestione del modulo fondente del clinker”.

Il minerale utilizzato per il dosaggio, però, non sarebbe di origine naturale ma un derivato dall’estrazione del rame in Spagna. Inoltre, come sottolinea il sindaco nella richiesta di rigetto, la documentazione presenta delle contraddizioni di non poco conto. Un esempio riguarda l’utilizzo delle materie prime Risand e Matrix di cui non vi è menzione nel documento AIA 223/2013 di riferimento. Nello specifico, l’assenza di indicazioni e prescrizioni circa l’uso di questi materiali e le loro potenziali conseguenze sull’ambiente è il motivo per cui l’Amministrazione comunale spinge per una rivalutazione completa della proposta. Dal canto suo, la cementeria motiva la modifica all’impianto come un’operazione necessaria per migliorare la sicurezza del sistema e garantirne un controllo più efficace.

Il problema dell’inquinamento, però, secondo consiglio e comitati, resta quanto mai attuale. Infatti, mancando i riscontri tecnico-scientifici sull’impatto delle nuove materie, il rischio in cui secondo loro si incorre è quello di aumentare sensibilmente l’inquinamento in un’area già esposta. Per questo, ancor prima della missiva di rigetto, il sindaco chiedeva l’aggiornamento del limite per i PCB al camino e l’abbassamento del limite di emissione degli NOx.

Le due richieste, e non sono le uniche, rimangono il presupposto basilare per l’istanza di rigetto. A questo punto, il comune di Monselice ha di fronte due strade percorribili: da un lato chiedere la revisione, con il rischio di garantire un AIA di altri 16 anni, e dall’altro lato aprire un tavolo tecnico congiunto con vertici provinciali e cementeria. La richiesta di rigetto, quindi, è solo il culmine di una situazione combattuta a suon di istanze e riscontri. La cosa certa in questa storia è che la partita è tutt’altro che finita e non è ancora detta l’ultima parola.

Martina Toso