Responsabile della palestra Star Judo Club di Napoli nel quartiere Scampia, Maddaloni da anni è attento alle problematiche della legalità e al recupero dei ragazzi del quartiere, molto spesso legati al mondo della devianza e della criminalità.
Inoltre, nella sua palestra ha iniziato al Judo i suoi figli Laura, Marco e Pino, quest’ultimo medaglia d’oro alle Olimpiadi di Sydney 2000.
La mattinata ha coinvolto 350 ragazzi accorsi al Palazzetto dello Sport, frequentanti il Comprensivo, l’Enaip e il C. Colombo. Lo sportivo si è presentato in tutta la sua napoletanità, a partire dalla parlata e dalla gestualità, e non è stato difficile immaginarlo all’opera tra i figli dei camorristi, o a interloquire con i politici man mano che la sua palestra si faceva un nome a livello nazionale. “L’illegalità si combatte con il senso civico – ha affermato Maddaloni – e lo sport significa regole; per questo è un diritto del bambino averlo nei programmi scolastici.Dopo la vittoria di Pino alle Olimpiadi potevo scegliere di andare in una palestra dove prendevo molti soldi ma…non era la mia palestra, non vedevo le Vele. La Jervolino mi disse che ero un comunicatore e di candidarmi con lei ma così sarei stato lontano dai miei figli, dai miei ragazzi e da Scampia”.
In lacrime di commozione dopo la proiezione di un video di Sydney 2000, Maddaloni ha concluso: “Lo sport nelle scuole è un’arma a 360 gradi, è l’antiillegalità per eccellenza; oggi il modello non deve più essere il camorrista che gira con la grossa macchina: deve essere Pino Maddaloni”.
Fabio Pregnolato