venerdì, 29 Marzo 2024
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La linea Rovigo-Verona è ancora tra le 10 peggiori per i pendolari

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In prevalenza a binario unico, poche corse, mezzi obsoleti

Il problema delle linee ferroviarie polesane permane, al punto che in una speciale classifica delle dieci tratte peggiori per i pendolari, stilata da Legambiente, figura anche la Verona-Rovigo. A segnalarlo è il dossier Pendolaria, nel rapporto che ogni anno racconta il cambiamento, in termini di quantità e qualità, dei treni in circolazione e di conseguenza degli effetti sulla vita quotidiana dei pendolari di tutta Italia.

Dal rapporto si evince che i disagi per i cittadini sono ancora rilevanti da Sud a Nord: in troppe aree del Paese i treni, anno dopo anno, si riducono, i tempi di percorrenza si allungano, con la conseguenza che sempre più persone abbandonano questa modalità di trasporto, perché trovano convogli sempre più affollati, vecchi e con continue cancellazioni. Il risultato, secondo l’associazione ambientalista, è che molti sono così costretti a spostarsi in auto o pullman, con evidenti ripercussioni anche sull’inquinamento delle nostre città. Dunque ancora una volta Sistemi Territoriali, vale a dire l’azienda che per conto della Regione, si occupa delle tre linee in provincia di Rovigo (Verona-Rovigo, Rovigo-Adria, Adria-Chioggia), finisce sotto accusa.

Il gruppo Facebook “Ci Scusiamo per il Disagio”, evidenzia come sulla Verona-Rovigo, troppo poco è stato fatto, perché, su questa tratta ferroviaria di 96,6 chilometri, il servizio vede il passaggio solamente di 12 coppie di treni al giorno, mentre nel 2012 se ne contavano 14. La linea è a binario unico se non per due piccoli tratti, per un totale di 15 chilometri. I problemi segnalati da studenti, lavoratori e turisti, sono sempre gli stessi: poche corse, mezzi obsoleti, ritardi e abbandono delle piccole stazioni, spesso sprovviste perfino delle tabelle che indicano gli orari. Facendo un confronto con il passato, 17 anni fa il treno più veloce impiegava 1 ora e 25 minuti, oggi 16 minuti in più. I tempi di percorrenza sono lunghi, anche a causa della bassa velocità (55 chilometri orari di media) e l’inadeguatezza dell’infrastruttura, ancora non elettrificata.

Nel corso del 2019, in special modo con l’introduzione dell’orario estivo, si sono verificati disagi, con alcune corse tagliate (sette complessive) e, di conseguenza, treni sovraffollati. Sotto accusa finisce la Regione, che aveva promesso l’arrivo di 10 nuovi convogli per il 2019, mentre ne sono arrivati solamente 2 a inizio anno, treni regionali veloci, che però senza il completamento dell’infrastruttura sono ancora alimentati a diesel. Alcuni miglioramenti sono stati registrati, anche per l’indice di gradimento sulla qualità percepita cha dall’84,7% è passato al 91,5%, riferito in particolare alla puntualità e alla pulizia dei treni regionali. Molto da fare rimane per rendere il servizio davvero efficiente, veloce e competitivo nei confronti della gomma.

Marco Scarazzatti