venerdì, 29 Marzo 2024
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Coronavirus, Miranese: negozi di vicinato, una risorsa

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L’appello accorato di Confcommercio: “Cancellate l’Imu per le attività”

Negozi Miranese
Negozi Miranese

L’emergenza sanitaria crea disagi e preoccupazioni a tutti, ma una delle categorie più colpite è quella dei piccoli commercianti locali. Se da un lato si rivaluta la comodità di fare la spesa sotto casa, dall’altro sono proprio questi esercizi che rischiano di pagare il prezzo più alto della crisi.

Coronavirus, Miranese: l’appello di Confcommercio

La complessità della situazione viene analizzata da Ennio Gallo, presidente di Confcommercio del Miranese: “Oggi si riscopre l’importanza del piccolo negozio di vicinato – dice – che ha una funzione sociale importante che finora non era stata tenuta in debita considerazione. Questa situazione drammatica, però, sta mettendo in ginocchio tante piccole attività che non hanno le possibilità economiche per poterla superare. Mi auguro che ci sia una grande riflessione da parte di tutta la politica sul sistema economico e sulla globalizzazione”.

Per sopperire alle difficoltà, e offrire un servizio utile, molte attività si sono organizzate per effettuare le consegne a domicilio. I Comuni della zona, spesso in collaborazione proprio con Confcommercio, le hanno censite e raccolte in elenchi esaustivi e facili da consultare per i clienti, reperibili su siti e pagine social dei Comuni stessi. Ma i problemi affrontati dai commercianti restano, e per Gallo rimandare i versamenti di tasse e tributi non è sufficiente: “Posticipare i pagamenti non risolve la situazione, anzi la aggrava. Vuol dire che tra non molto, passata l’emergenza, si dovrà pagare anche per ciò che non si è prodotto in questo periodo. Un’imposta particolarmente ingiusta è l’Imu: gli immobili sono strumenti di lavoro, non producono reddito. Bisogna pensare non a posticipare la tassazione, ma effettivamente a cancellarla”.

Una delle prime amministrazioni a muoversi in questo senso, è quella di Scorzè, che ha già annunciato un piano da 500 mila euro. La proposta, che sarà sottoposta al prossimo consiglio comunale, prevede l’esonero dal pagamento della Tari per due mesi, per le imprese chiuse dai decreti del governo e l’assegnazione di un contributo economico a commercianti e artigiani che abbiano dovuto sospendere l’attività.

Carlo Romeo