sabato, 20 Aprile 2024
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Coronavirus, Porto Viro: “La privacy dei contagiati va tutelata”

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In molti hanno chiesto ai sindaci di far conoscere l’identità di chi ha contratto il virus, ma è vietato

Coronavirus
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In questi giorni sono tantissime le richieste da parte dei cittadini a sindaci e istituzioni che a gran voce sollecitano per la pubblicazione dei nomi delle persone risultate positive al Covid –19. Rimane ovvio però che non si possono diffondere ai quattro venti i nominativi delle persone contagiate, come richiesto più volte nei social da qualche leone da tastiera, ai quali il sindaco di Porto Viro Maura Veronese ha spiegato il motivo: “Essenzialmente per una ragione di privacy, per non scatenare il panico dando adito ad una ingiustificata ‘caccia all’untore’.

Non è una ‘decisione’ di Porto Viro, ma dovrebbe essere così per tutti: non è di dominio pubblico il nominativo di chi è positivo, né di chi si trova in isolamento domiciliare: noti nomi soltanto alle autorità competenti che ricevono, me compresa, un bollettino giornaliero su situazione e esiti”. Nonostante una normativa renda possibile la diffusione a scopo informativo di dati personali per l’interesse pubblico, una disposizione più dettagliata vieta la divulgazione di dati strettamente clinici. Per capirci: è possibile rendere noto il generale stato di salute di una persona ma non divulgare particolari riguardo le patologie contratte. Il tema della privacy in questo senso è ancora molto dibattuto e quello che si può constatare analizzando casistiche simili è che non esiste un’unica soluzione adatta a tutte le situazioni.

Coronavirus Porto Viro: sindaco Veronese sui ritrovi clandestini

E le segnalazioni su ritrovi o esercizi che potrebbero continuare a lavorare clandestinamente? “Non è comunicando al sindaco che quella parrucchiera continua ad esercitare ‘di nascosto’, o che ‘ragazzi si trovano in pineta’ che si possono risolvere le cose. Per quanto mi riguarda posso pure inoltrare segnalazione alle forze dell’ordine, ma è ciascun cittadino che deve responsabilmente rivolgersi ai Carabinieri e alla Polizia Locale”.

Fabio Pregnolato