venerdì, 29 Marzo 2024
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Adria e Rovigo, nuova truffa via web con la scusa del Coronavirus

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In piena emergenza Coronavirus, c’è stato anche chi è stato vittima di tentate truffe e raggiri, oltre che alla clonazione di profili Facebook e Instagram

Truffa

Non sono infatti mancate segnalazioni da parte di utenti di Rovigo e Adria, che hanno scoperto di avere delle loro foto inserite in profili di altre persone straniere, per lo più dichiaratesi medio orientali. Tutto partiva soprattutto con finti annunci di lavoro, pubblicati sui social network, utilizzando importanti nomi di ditte italiane. La tecnica era molto semplice: una volta postata la richiesta di lavoro, in perfetto italiano e con tanto di marchio del brand tricolore, il candidato, se rispondeva, si vedeva arrivare tutta una serie di indicazioni, in lingua spagnola, dove veniva invitato a spedire il curriculum vitae, per poter così prendere parte a un video colloquio.

L’inganno con la scusa del Covid-19

Capito l’inganno, se non si rispondeva, arrivavano altri messaggi nei giorni successivi, dove si intimava di inviare il curriculum. Dopo un silenzio di qualche giorno, ecco comparire di nuovo il truffatore, ma sotto un’altra veste, questa volta di un’avvenente donna che insistentemente spediva messaggi su Messanger, sostenendo di trovarsi a Roma da sola, di sentirsi annoiata, di essere un’insegnante di francese, ma originaria del Portogallo. A causa del Covid-19 era stata costretta a restare in Italia da alcuni mesi, e dunque cercava nuovi amici.

Chi è cascato in questo secondo inganno si è visto clonato immediatamente il proprio profilo, con il nome, molto probabilmente inesistente, di un ragazzo del Medio Oriente. E qui scattava la terza parte della truffa, con la richiesta di 3.500 euro per riavere in cambio il proprio profilo. “I soldi mi servono per curare mia sorella, costretta sul letto di un ospedale a causa del virus” veniva scritto. Poi la richiesta, accompagnata da una decina di foto di una ragazza bionda intubata in un reparto di rianimazione, si riduceva a 500 euro. I due finti profili sono subito stati segnalati a Facebook, che ha provveduto a bloccarli ed eliminarli.

Marco Scarazzatti