martedì, 6 Giugno 2023

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Csa Adria, scontro sulle indennità

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Dura accusa del presidente Mori: “Ancora una volta, mi duole constatare come il direttore faccia “squadra” da solo. Più volte abbiamo sollevato il problema della comunicazione con lui”

Csa Adria

La revoca unilaterale dell’indennità di chiamata per i dipendenti del Csa di Adria aveva fatto infuriare i sindacati. La soluzione si è trovata dopo un confronto del Cda con il direttore Mauro Badiale che ha provveduto al ritiro della stessa, decidendo di ripristinare con effetto retroattivo l’indennità. Gli operatori, che sono stati chiamati ad affrontare un momento difficile dato dall’emergenza sanitaria, hanno spesso dovuto rinunciare a turni di riposo o ferie e hanno trovato ingiusto che oltre tutto fosse tolta loro la “ricompensa” data dall’indennità di chiamata. “Risoluzione sulle indennità = Contratto decentrato”.

Questa affermazione deve diventare il mantra per tutti gli operatori di interesse e addetti ai lavori, perché, se qualcuno pensa di risolvere i problemi, senza affrontare una volta per tutte questo punto, non ci saranno cambiamenti significativi per i dipendenti”: queste le parole del presidente della casa di riposo Simone Mori.

Csa Adria,le parole di Mori

“Ancora una volta, mi duole constatare come il direttore faccia “squadra” da solo. Più volte abbiamo sollevato il problema della comunicazione con lui, ma nel momento in cui veniamo a conoscenza dei cambiamenti a cose fatte, è faticoso mantenere il rapporto in essere – ha continuato Mori -. Ora stiamo dialogando per capire se c’è questa collaborazione, tante volte dimostrata solo a parole. Stiamo portando avanti un nodo molto importante, il contratto decentrato, il cui iter è meno breve di quanto speravamo e che si dilungherà ancora per qualche settimana”. “Abbiamo visto a cosa comporta un’imposizione di un certo tipo da parte del direttore: stiamo parlando di un’indennità di chiamata di 1.425 euro, che nel 2019, è stato il totale delle indennità di tutti i dipendenti che su un bilancio di 6 milioni e mezzo di euro è una cifra irrisoria – ha continuato -. Alcune cose a volte andrebbero spiegate, ed in questo il direttore, secondo me, manca. Le persone hanno bisogno di capire il perché: non ritengo giusto prendere decisioni in maniera unilaterale senza dare delucidazioni”.

“Se qualcuno pensa che questo cda, entrato ufficialmente il 23 gennaio 2020, riuscisse a risolvere in 2 mesi problemi esistenti da oltre 3 anni, si sbaglia di grosso. Non avevamo promesso questo – sottolinea Mori -. Dal momento in cui ci siamo insediati, avevamo programmato dei punti che dovevano essere sviscerati, ma nel frattempo, le priorità sono cambiate in maniera significativa per la salvaguardia della salute di ospiti e personale dipendente. Il nostro impegno è rivolto a far funzionare bene la struttura, applicando le misure previste dall’ emergenza sanitaria”.

“Come già ribadito in altre sedi e affermato attraverso i comunicati stampa, riteniamo che il Centro Servizi Anziani abbia bisogno di un direttore in pianta stabile – conclude -, e per questo siamo in contatto con l’Ipab Danielato di Cavarzere per capire come proseguire, ed in che modo, la convenzione in essere”. Il direttore dal canto suo, nel rispetto del codice di comportamento dei dipendenti pubblici, non rilascia dichiarazioni in merito.

(g.f.)

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