martedì, 16 Aprile 2024
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Pubblicizzare una prestazione medica con metodi da grande distribuzione?

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Il paziente va visto e valutato, inoltre deve poter incontrare e confrontarsi con chi eseguirà la prestazione

Dentista

Anche il settore odontoiatrico si sta attrezzando, negli ultimi anni, con nuovi strumenti per coinvolgere il pubblico e allargare la platea dei clienti/pazienti. Lo slancio verso queste nuove strategie è dettato da vari fattori, in primis la crisi economica che ha ‘obbligato’ molti professionisti a ricercare nuove modalità di approccio al cliente, in secondo luogo l’afflusso di capitali esterni al settore da parte di imprenditori e gruppi che hanno visto nel settore un potenziale business, terzo elemento il cambiamento della legislazione che permette la pubblicità sanitaria.

Sarà capitato a tutti di imbattersi in pubblicità di vari gruppi, professionisti, società, viaggi all’estero verso l’est Europa o il famoso ‘Low cost’. Tutti questi nuovi sistemi stanno però creando anche molta disinformazione e confusione nei confronti dell’utente finale che alla fine si trova a dover gestire una mole informazioni ‘urlate’, per non parlare dei prezzi delle prestazioni che vengono propagandati, con vari programmi legati a fidelizzazione, cards, punti, sconti, paghi 2 compri 3 e così via. Si sta cercando insomma produrre un grande volume messaggi tale da convogliare il paziente verso scelte che abbiano come presupposto il vantaggio economico.

Il problema sorge proprio qui: è possibile reclamizzare una prestazione medica che riguarda la salute e il benessere del paziente, con metodi che di solito si impiegano per grande distribuzione e riguardano prodotti standard? Sì, perchè, se è vero che una scatoletta di tonno dello stesso produttore e dello stesso peso può essere confrontata nel prezzo, è altrettanto vero che una prestazione medica, odontoiatrica nella fattispecie, contiene talmente tante e tali variabili (professionalità di chi la esegue, materiali, metodi, tempi di esecuzione, variabilità della situazione del paziente, richieste individuali, etc) che di fatto non la rendono generalizzabile!

Appare chiaro quindi che il paziente va visto e valutato, e il paziente stesso deve poter vedere e parlare con chi gli eseguirà la prestazione. La determinazione di prezzi, per non dire di sconti e quant’altro, determinati a priori per tutti a prescindere dalla conoscenza dei singoli casi, e quindi pubblicizzati, appare una modalità poco rispettosa nei confronti della professionalità del medico, dei bisogni dei pazienti, e non giova di certo al conseguimento di un buon rapporto medico/paziente che resta alla base della buona riuscita delle prestazioni. Pubblicità inverosimili che propongono prestazioni strabilianti a costi impossibili non fanno altro che aumentare la confusione nei pazienti, rendendoli (giustamente) sempre più scettici, meno collaborativi e più inclini alla controversia.

Dr. Massimiliano Veronese
Studio dentistico
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