martedì, 19 Marzo 2024
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Sanità d’eccellenza in Veneto: un nuovo robot per l’ospedale di Schiavonia

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Il presidente Zaia alla presentazione: “Ogni anno investiamo 70 milioni in tecnologie sanitarie. Il Covid è stato anche un importante stress test”

“Continueremo con gli investimenti tecnologici nei nostri ospedali”, parola di Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto, oggi durante la vista all’ospedale Madre Teresa di Schiavonia per l’inaugurazione del nuovo robot “Da Vinci”, un concentrato di tecnologia a servizio della chirurgia mininvasiva. E’ il sistema più evoluto presente oggi sul mercato, destinato all’attività delle Unità Operative Complesse di Chirurgia, Urologia e Ostetricia-Ginecologia dell’Ospedale della Bassa Padovana.  Zaia ha sottolineato che  “in Veneto continueremo ad investire, ogni anno spendiamo 70 milioni di euro in tecnologie, chirurgia robotica, acceleratori, tac e molto altro materiale che sta arrivando e arriverà. Ma non solo, questo ospedale diventerà autonomo in tutta l’Uls Euganea per i tamponi, per far sì che si sia autonomia dei territori”, ha aggiunto il presidente del Veneto.

“Il sistema robotico Da Vinci Xi, già operativo – ha ricordato il direttore generale dell’Uls 6 Domenico Schietta – conferisce al gesto chirurgico estrema precisione, permette una grande versatilità dei movimenti e consente di raggiungere spazi anatomici ristretti e profondi. Rappresenta un indiscusso salto di qualità, per esempio nel trattamento dei tumori del colon-retto, dello stomaco, del rene e della prostata, nella chirurgia addominale e di parete, e in generale in tutte quelle situazioni cliniche che già si avvalgono della chirurgia laparoscopica. Questo, per i pazienti, si traduce nell’assenza di cicatrici, nella tutela delle strutture anatomiche, in rischi di infezione post-operatoria più bassi e tempi di degenza e di recupero più brevi. Con l’impiego del robot Da Vinci, il medico riesce ad essere più conservativo nel rispetto dei tessuti e degli organi non interessati dalla patologia, nonché più preciso nelle fasi ricostruttive”.

Ricordato poi l’impegno in prima linea dell’ospedale di Schiavonia fin dal primo giorno dell’emergenza coronavirus, alla scoperta del primo caso a Vo’ Euganeo.  “È stata una grande emozione perché proprio da Vo’ il 21 febbraio è partito tutto. – aveva ricordato Zaia poche ore prima durante la visita a Vo – Se quella sera non avessi deciso in autonomia e contro legge di effettuare i tamponi a tutta la popolazione di Vo’ e mettere in isolamento i positivi, Vo’ avrebbe rischiato di diventare una vera e propria bomba virale”. Quindi ha Schiavonia ha sottolineato come la sanità veneta abbia retto all’onda d’urto: “L’ospedale Madre Teresa è l’emblema del covid center con gli altri ospedali in Veneto, è stato anche un importante stress test, sia psicologico che professionale”.