giovedì, 25 Aprile 2024
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Figli fannulloni? Stop al mantenimento

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Ebbene sì, anche secondo la Cassazione uno dei metodi per far crescere i propri figli è quello di tagliare gli alimenti.

Questa non è Sparta, ma una società civile, che prevede che dopo il diploma o la laurea – quindi al termine degli studi – i figli non abusino del mantenimento dei genitori e trovino un lavoro che consenta un auto sostentamento. Ovviamente, questo purchè non ci siano cause oggettive che impediscano o rendano particolarmente difficile trovare un’occupazione dignitosa.

L’assegno di mantenimento può anche cessare in caso il figlio non si accontenti di una posizione diversa da quella ambita, perché il diritto ad essere mantenuti non è infinito e deve essere bilanciato con le reali opportunità lavorative presenti sul mercato, con le condizioni economiche della famiglia, con il reale impegno negli studi e nella ricerca di lavoro.

L’interpretazione secondo la quale il diritto al mantenimento cessi al compiere dei 18 anni è stata superata da anni, tuttavia è opportuno stabilire nuovi limiti e linee direttive.

Al riguardo la sentenza 17183/2020 della Cassazione stabilisce il “principio di autoresponsabilità” secondo cui alla fine degli studi (diploma, laurea o master) i figli devono rimboccarsi le maniche nella ricerca di un lavoro e diventare economicamente indipendenti e non approfittare dell’aiuto di mamma e papà.

In altre parole fine dei giochi per i figli fannulloni che procrastinano la ricerca del lavoro oppure sono iscritti all’università senza dare esami. Ma non finisce qui, i giudici della Cassazione hanno stabilito anche che dopo un certo tempo i figli debbano accettare lavori diversi dalle loro aspirazioni o percorsi di studio. Infatti non può essere ammissibile che i genitori debbano adattarsi alla volontà dei figli – magari facendo pesanti straordinari o lavori extra – mentre i figli non possano abbassare le loro aspettative e adattarsi alle offerte di lavoro presenti sul mercato.

Ma i giudici hanno stabilito, sempre nella stessa decisione, di non farla passare liscia al figlio fannullone: se quest’ultimo continua illegittimamente a percepire il mantenimento può essere condannato a restituire le somme di denaro esborsate dai genitori.

È sbagliato, però, fare di tutta l’erba un fascio: non tutti i giovani di oggi sono fannulloni, anzi, c’è chi si rimbocca le maniche e cerca di dare un sostegno fisico ed economico alla famiglia. Sono tantissimi i giovani neodiplomati che iniziano a lavorare, a volte anche rinunciando agli studi universitari. Le motivazioni? I corsi non sono compatibili con l’attività lavorativa, oppure nella città in cui si vive non c’è un ateneo universitario e non è possibile diventare fuori sede.

Se invece ci fosse un modo per studiare lavorando? La soluzione potrebbe venire dall’università telematica, che grazie alla sua flessibilità consente di seguire le lezioni in qualunque luogo e a qualunque orario. Ad oggi sono tantissime le università online valide e riconosciute dal Miur, come Unicusano, che consentono l’accesso agli studi a chi vorrebbe ma purtroppo non ha la possibilità di frequentare un ateneo tradizionale. Ma come funzionano? Una volta effettuata l’iscrizione, si accede a una piattaforma dove sono inserite le lezioni, visibili su qualunque dispositivo che abbia una connessione internet. Inoltre, il materiale didattico è fornito sempre sulla stessa piattaforma ed è possibile contattare docenti e tutor per mail, senza fare file infinite durante l’orario di ricevimento.

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