Uniti di fronte al Comune di Padova in protesta contro il nuovo Dpcm: sono i Commercianti del Centro
Si è tenuta oggi di fronte al Comune di Padova la manifestazione di protesta dell’associazione di categoria Commercianti del Centro e Confcommercio Ascom di Padova.
Il motivo della protesta riguarda il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che prevede infatti la chiusura di alcune attività e la sospensione del servizio negli orari serali da parte di altre.
“Questo esercizio mette a rischio circa la metà dei 3mila esercizi 10mila posti di lavoro”, si legge su alcuni striscioni.
Voluta fortemente per dare voce alla categoria di partite iva, commercianti, ristoratori, baristi, titolari di palestre, di agenzie di viaggio, portando le esperienze di ognuno di essi.
Alla protesta hanno partecipato anche diversi esponenti delle istituzioni locali, regionali e nazionali.
Qui di seguito riportiamo i relativi discorsi:
L’assessore comunale Antonio Bressa interviene: “Il senso di essere uniti, è un messaggio importante, le istituzioni devono esserci devono ascoltare, e devono mettere in campo ogni azione utile, per cercare di sopperire a questa situazione. Sappiamo come le vostre attività siano quelle che tengono viva la città di Padova, se c’è un imperativo categorico è quello di fare in modo che nessuna della attività colpita da questo Dpcm sia messa nelle condizioni di non riaprire quando questa vicenda sarà finita. Abbiamo scritto al Governo con una serie di assessori al commercio delle città italiane, indennizzi rapidi e cospicui. “
Roberto Marcato, assessore allo sviluppo regionale afferma: “Sono passati mesi dal primo lockdown, mesi nei quali abbiamo capito cosa è il Covid. Le previsioni parlavano chiaro quando dicevano che ci sarebbe stata una seconda ondata e che, sarebbe stata molto più violenta. Il dramma è che di fronte a questa situazione nota, la reazione sia quella del panico. E non può essere che accada specialmente a chi ci governa. Sono finiti i soldi ed è questa la realtà, i soldi stanziati con il decreto ristori quei famosi 4,8 miliardi di euro, non coprirebbero neanche il calo di fatturato per la regione Veneto. 400% in più è una grande sfida comunicativa.” L’assessore regionale prosegue il suo intervento: Dobbiamo trovare modalità operative che i consentano di tenere aperto, tenendo conto che c’è un dramma, il Covid c’è ed è inutile negarlo, ma dobbiamo conviverci. “
Si esprime a riguardo anche il Presidente della commissione sanità “Il fatto di essere tutti uniti per un problema esistente è un dato molto importante, […] quando mi sono accorto che mettevo in atto misure di chiusura delle attività, mi sono chiesto, a cosa sia servito far spendere migliaia di euro per l’adeguamento ai protocolli di sicurezza per poi chiuderle. Prima gli hanno fatto fare i debiti e poi dicono di chiudere. “
Il presidente della commissione sanità poi passa la parola all’ ex Sindaco di Padova, ora parlamentare Massimo Bitonci: “Questa è una manifestazione pacifica e dignitosa, voi non chiedete sussidi, voi chiedete di lavorare e questa è la dignità dei Veneti. Lo dico chiaramente, non c’è stata condivisione in questi Dpcm, nessuno di questi provvedimenti è stato discusso in parlamento. L’ultimo è stato ridicolo, siccome non sapevano cosa fare, hanno scelto alcune attività e le hanno chiuse. Non c’è nessuna evidenza scientifica alla base di questa azione.” Il deputato poi riguardo al decreto ristori afferma “rifiutate i 600 euro, sono elemosina, in Germania rimborsano il 75% del fatturato. “