Motivo di stabilità e occasione di sviluppo per i territorio. E’ la barbabietola da zucchero, al centro dell’annuale appuntamento di confronto pubblico organizzato da Coprob-Italia Zuccheri con la filiera di settore.
La cooperativa, proprietaria del centenario stabilimento paesano, unico insieme con quello bolognese di Minerbio rimasto nel panorama nazionale, con le sue 7 mila aziende agricole socie produce ogni anno 280 mila tonnellate di zucchero 100% italiano. Sulla filiera bieticola ha puntato in maniera importante anche la Regione. “Abbiamo investito nell’ultimo triennio 2.100.000 euro – ha ricordato nel suo intervento l’assessore uscente all’Agricoltura Giuseppe Pan – di cui 800 mila euro quest’anno”.
Ne hanno beneficiato 1.167 aziende venete, che hanno dedicato nuovi ettari di superficie agricola a questa coltura tipicamente italiana, ad alto valore ambientale ed ecologico, strategica per la rigenerazione dei terreni e per la filiera del Made in Italy. “Ci lasciamo alle spalle – ha aggiunto Pan – una stagione in cui la produzione di zucchero dalla barbabietola sembrava un retaggio del passato destinato ad un inevitabile declino Oggi, invece, il marchio Italia Zuccheri arriva a coprire il 15% del fabbisogno italiano e si è affermato come filiera virtuosa in termini di emissioni di gas serra, di rotazione agricola e quindi di rigenerazione della capacità produttiva dei terreni e di impatto ambientale.
La Regione ha introdotto una misura sperimentale di contributo agli agricoltori per ogni ettaro dedicato alla barbabietola da zucchero. Una misura costantemente implementata dal 2017 e che sta producendo i suoi frutti. In Veneto sono ormai oltre 9 mila gli ettari di superficie agricola riconvertita a barbabietola che hanno beneficiato del contributo regionale, pari a circa un terzo dell’intera superficie nazionale dedicata alla coltura saccarifera”.
“Il settore bieticolo – ha detto invece Carlo Salvan, vice presidente regionale di Coldiretti – ha resistito alla crisi, ora gli operatori agricoli meritano più che una possibilità che deve nascere da adeguati accordi di filiera che valorizzino lo zucchero italiano coinvolgendo le industrie alimentari e la grande distribuzione veneta”. (a.c.)