Addio a Mario Stramazzo, esperto e appassionato cantore del patrimonio enogastronomico di casa nostra
Ha saputo raccontare come pochi il variegato mondo delle tipicità del nostro territorio, dall’enogastronomia all’agricoltura, dalla grande cucina degli chef stellati agli appuntamenti più popolari, sempre con competenza e leggerezza, con precisione ma allo stresso tempo con abile capacità divulgativa, senza risparmiare, all’occorrenza, qualche frecciatina polemica. Il mondo del giornalismo e della ristorazione ha perso la penna di Mario Stramazzo, scomparso dopo una breve malattia.
Avrebbe compiuto 66 anni agli inizi di novembre. Nativo di Piove di Sacco, residente a Sottomarina di Chioggia, ha diviso la sua attività professionale tra il settimanale della Diocesi di Padova “La Difesa del Popolo” e la passione per la cucina che lo ha portato a conoscere e a raccontare con competenza e da dietro le quinte il mondo dei ristoranti e dell’enogastronomia in tutte le sue sfaccettature. Dopo la laurea in medicina si era avvicinato all’editoria e all’informazione pubblicitaria. In seguito era approdato a “La Difesa del Popolo”, diventando in pochi anni colonna portante del giornale, di cui si è occupato fino all’ultimo giorno anche dal letto dell’ospedale di Chioggia.
E proprio alla sua permanenza in ospedale aveva dedicato sul suo sito “vino e cibo” la sua ultima recensione, un ironico e toccante ritratto e un omaggio ai medici e al personale sanitario che aveva incrociato durante il ricovero. Accademico della Cucina Italiana, Stramazzo, aveva maturato una profonda e tutt’altro che banale conoscenza in campo enogastronomico. Nella sua Chioggia era un cultore del pesce e della tradizione in cucina, di cui conosceva ogni segreto.
Con il suo particolare stile, arguto ma mai sopra le righe, ha firmato centinaia di articoli e saggi sulla carta stampata e sul web, ha tenuto lezioni a corsi e convegni offrendo sempre una chiave di lettura inedita e convincente. Con i ristoratori del padovano e dei Colli Euganei, in particolare, “zio Mario”, come lo chiamavano gli amici, aveva avviato una proficua collaborazione, a partire dai locali delle “Tavole Tauriliane” di Torreglia, promuovendo eventi di successo come le serate con “le Stelle del Nordest”, in compagnia dei migliori chef del momento. Aveva sempre un progetto nuovo, sempre un luogo da scoprire, raccontano i colleghi e gli amici, un personaggio da conoscere, una ricetta da svelare.
Stramazzo lascia l’anziana madre, la moglie Emanuela e la figlia Giulia, che ha avuto la gioia di vedere laureata la scorsa primavera, nonostante il lockdown. In suo onore gli amici e colleghi sono intenzionati a mantenere in attività sia il sito web che alcune delle sue più fortunate intuizioni, anche promuovendo qualche iniziativa di carattere sociale per non dimenticare il suo impegno e la sua attenzione verso chi si trovava in difficoltà.
Nicola Stievano