giovedì, 28 Marzo 2024
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Rovigo: “Conta su di noi” si allarga

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Le parole di “Conta su di noi”: “Ci piace pensare agli anziani e ai nonni in particolare, come angeli custodi, ma più in generale come persone che custodiscono valori storici e culturali”

"Conta su di noi"
“Conta su di noi”

“Conta su di Noi” esce dal quartiere di San Bortolo, per aiutare gli over 65 delle altre frazioni e quartieri di Rovigo. Nato un anno e mezzo fa per venire incontro alle tante esigenze degli anziani, grazie al sostegno economico della Fondazione Cariparo e al supporto della parrocchia di San Bartolomeo Apostolo di San Bortolo, ha già ottenuto numeri molto importanti.

“Siamo rappresentativi del terzo settore e del mondo del volontariato – afferma più che soddisfatto il parroco don Andrea Varliero – A sostegno dell’anziano, che specialmente in questo momento di emergenza, ha bisogno di essere aiutato”. L’altro parroco, don Christian Malanchin, ha sottolineato il fatto che “Ci piace pensare agli anziani e ai nonni in generale, come angeli custodi, ma più in generale come persone che custodiscono valori storici e culturali”.

Decisiva la figura inventata a San Bortolo, ossia quella del mediatore di prossimità, vista come un ponte tra la parrocchia e le famiglie con over 65. Centinaia le persone che si sono rivolti a Marco Oggianu e Alessandra Barbini (mediatori di prossimità), coadiuvati da Moira Ceci, geriatra, Patrizia Nicolin, psicopedagogista, tra telefonate di supporto alla persona, spese di generi alimentari e farmaci. “Ripartiamo con cinque giorni la settimana, nella tensostruttura della parrocchia, in piazza San Bartolomeo 17, dalle 10 alle 12, prima c’è il servizio di trasporto, il tutto in massima sicurezza – spiega Oggianu – Lunedì “Facciamo filò”, martedì corso di francese (novità), mercoledì “Gomitoliamo” laboratori con lavori manuali, giovedì corso di inglese, venerdì incontri culturali”.

Conta su di Noi, riguarda una fascia di popolazione autosufficiente e non, in particolare soglia di povertà, oppure esposta a marginalità sociale. Un cono d’ombra di persone non segnalate dai servizi sociali, non seguite dai servizi sanitari, non residenti in strutture per anziani, profondamente segnate da una solitudine quotidiana.

“Oltre alla novità del corso di francese, c’è l’opportunità di collaborare con il Centro istruzione per adulti, insegnando agli anziani come si usano smartphone e computer – prosegue Barbini – Il nostro compito è quello di creare una relazione giornaliera e al servizio degli anziani”. In un anno e mezzo sono stati avviati due corsi formativi, che hanno coinvolto una trentina di volontari. Cento gli anziani soccorsi prima del lockdown, passati a 400 nella quarantena, raggiunte le frazioni di Sarzano, Borsea e Boara.

Marco Scarazzatti