giovedì, 25 Aprile 2024
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Discoteche, ovvero storia di ricordi legati a Cavarzere

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L’artista cavarzerano che ora vive a Bolzano presenta il suo nuovo singolo e racconta come il suo paese abbia ispirato la sua musica

Andrea Cavallaro, in arte Dodicianni
Andrea Cavallaro, in arte Dodicianni

Andrea Cavallaro, in arte Dodicianni, dopo un periodo di silenzio, rilancia la sua arte, la sua musica con il nuovo singolo Discoteche. È un brano avvolgente, che ha del vero. Quando lo si ascolta sembra essere scritto appositamente per te.

Cosa ti ha spinto a scriverlo?

“Da qualche anno ormai vivo a Bolzano e credo più di tutto sia stata la lontananza da casa a stimolarmi la scrittura di questo pezzo. Sono molti i ricordi legati al mio paese, Cavarzere. In particolare ho uno zio, lo stesso che mi ha iniziato al pianoforte, che quand’ero bambino suonava in un’orchestra di liscio; l’estate, con la mia famiglia, eravamo soliti seguirlo nelle feste e nelle sagre nei paesi limitrofi. L’atmosfera di questi posti, che ora ricordo con un fascino mistico, è intrisa di una poesia tipica e a suo modo unica che percepisco oggi a distanza di molto tempo con un velo di nostalgia”.

Fa parte di un progetto più ampio? Un nuovo cd, per esempio?

“Erano 5 anni che non pubblicavo qualcosa come Dodicianni, molto tempo se vogliamo rispetto alle tempistiche della discografia moderna. Per questo lavoro non abbiamo badato a questo tipo di dinamiche, mi sono preso il lusso di lasciare che la musica e le parole venissero fuori senza alcuna costrizione. Discoteche sarà solo il primo capitolo, ma è presto per fare piani a lungo termine”.

Parli al plurale, com’è formato il tuo team di lavoro?

“Parlo al plurale perché dietro ad un pezzo di tre minuti scarsi c’è un lavoro molto ampio su tanti livelli e con molti professionisti. Operativamente è strutturato con quasi tutti creativi di Milano, ma il “core”, se così ci può dire, è qui in Polesine. Questo percorso infatti lo porto avanti con Filippo Duò che da un anno è mio manager, oltre che caro amico. È importante per me avere al mio fianco persone che parlino la mia lingua e capiscano le tematiche che mi stanno a cuore”.

Molti ti conoscono, oltre come artista, anche come performer. Dopo un 2020 difficile e penoso, hai avuto qualche illuminazione? Un’idea per una nuova performance?

“Onestamente no, stavo lavorando a diversi progetti, prima che si palesasse la pandemia, che naturalmente sono stati rinviati. Purtroppo, come per tutti del resto, non è possibile fare programmi a lungo termine, ma su questo ormai sono molto zen, le idee non scadono per fortuna”.

Samuele Contiero