giovedì, 28 Marzo 2024
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Bilancio di fine anno, Zaia: “Sanità ottima e grande fiducia dei Veneti”

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Il bilancio di quest’anno: sanità, politica e previsioni. Speciale intervista a Luca Zaia, ecco la prima parte

IL GOVERNATORE DEL VENETO – LUCA ZAIA
©NICOLA FOSSELLA

Governatore Zaia, siamo al termine di un anno a dir poco straordinario, come ne esce il Veneto dalla battaglia contro il Covid?

Le vicende del Veneto dall’inizio della diffusione del virus sono state vissute da tutti, giorno per giorno. Il Veneto è una delle aree più colpite nelle due ondate, per quanto con aspetti differenti. Penso che non si possa fare a meno di riconoscere la capacità di gioco di squadra che ha dimostrato e sta ancora dimostrandotutto il nostro sistema. La nostra sanità si è confermata tra le migliori a livello internazionale. Basta pensare che un modello veneto per affrontare eventuali infezioni da Coronavirus era agli atti già da fine gennaio, quando è stato depositato il piano di sanità pubblica redatto dalla dottoressa Francesca Russo che è la dirigente del Dipartimento di Prevenzione della Regione del Veneto. Dati scientifici alla mano, infatti, ha stilato un progetto che prevedeva già l’esecuzione di tamponi, la mappatura dei contatti, l’isolamento fiduciario e altre indicazioni. Non è un caso che la sera dei primi contagi, il 21 febbraio a Vò, eravamo già pronti per i tamponi e quattro giorni dopo ne avevamo fatto già seimila. Il monitoraggio regionale della situazione lo abbiamo portato avanti giorno per giorno e di conseguenza abbiamo costruito e mantenuto tutta l’assistenza sanitaria necessaria. Penso sia la capacità di questa organizzazione che insieme al senso di responsabilità dei Veneti ha fatto sì che nella seconda ondata, purtroppo ancora in corso, il Veneto sia rimasto a tutt’oggi zona gialla nei provvedimenti del Governo. Abbiamo contato oltre tremila lutti, penso non vada mai dimenticato per dovere civico ma non solo. È anche un monito a non abbassare la guardia perché la pandemia è ancora in corso e il virus continua a circolare.

Ci siamo resi conto in questi mesi del valore del nostro sistema sanitario regionale e della necessità di investire proprio sui servizi e le strutture territoriali, per essere pronti ad affrontare queste emergenze. Negli anni abbiamo assistito anche ad un ridimensionamento del numero di posti letto e di ospedali, i cosiddetti “tagli” sono stati oggetto di critiche anche recenti, come risponde?

Sono polemiche che non ci riguardano. In Veneto non sono stati tagliati posti letto, anzi: non si possono tagliare, si configurerebbe come la violazione di una norma. Il numero, infatti, è stabilito con lo specifico decreto ministeriale in cui sono definiti gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera. La nostra Amministrazione lo ha sempre rispettato.

Nel confronto quasi quotidiano con il Governo non sono mancati i motivi di attrito e di scontro, quali sono le sue richieste a Roma oggi?

Si sente ripetere spesso questo ritornello di uno scontro con il Governo centrale. Io continuo a far presente che dall’inizio della pandemia non c’è stato un decreto del Governo che non sia stato votato non dico dal Veneto ma da tutte le Regioni. Sono stati tutti accolti e applicati con spirito di collaborazione istituzionale e grande senso di responsabilità. Resta comunque un dato da cui non si può prescindere: siamo tutti consapevoli che non si può abbassare la guardia contro il Covid ed è necessario concentrare ogni sforzo possibile a salvaguardia prima di tutto della salute pubblica, ma altrettanto sappiamo che è necessario che ai settori penalizzati vada garantito il sostegno economico statale con immediatezza, in modo che permetta loro di sopravvivere e di non licenziare per tutto il tempo che sarà necessario. Questa misura non solo è urgente ma deve essere certa. Come avevano richiesto le Regioni, avrebbe dovuto essere già stata garantita senza indugi e automaticamente ai decreti governativi che si sono susseguiti. Se è giusto che alcuni settori cooperino più di altri alla lotta comune al virus, è anche vitale che essi debbano avere un aiuto per tutto ciò che non possono guadagnare con il lavoro.

Il suo consenso dimostra come anche un elettorato non dichiaratamente leghista o di centrodestra l’abbia votato. Con quali azioni intende rappresentarlo?

Un consenso superiore al 76% non lo si può certamente ricondurre in un ambito partitico ma nemmeno in quello di una sola area politica. È una grande attestazione di fiducia ma, ritengo, anche sia il riconoscimento di una buona amministrazione in questi anni, a beneficio di tutti i Veneti non solo di una parte. Sarebbe cieco, però, non considerare che un simile risultato lo abbiamo ottenuto contestualmente alla battaglia per il raggiungimento dell’Autonomia. Non solo è la conferma di quanto sia sentita la necessità di autonomia nella nostra regione ma anche che si tratta di una richiesta trasversale e non contro qualcuno come da qualche parte si sostiene ancora. Raggiungere al più presto questo obbiettivo è dunque la priorità.

La Lega è senza un segretario. Esiste ancora il conflitto Veneto – Lombardo e come si profila lo schema in vista delle prossime politiche?

In questi giorni le preoccupazioni in calendario sono altre per me. Non ritengo comunque che ci sia alcun conflitto lombardo-veneto. Confermo quello che sto ripetendo da mesi: tra un ruolo a Roma e il Veneto scelgo il Veneto, non c’è dubbio. Per quanto riguarda la Lega, poi, il segretario federale è Matteo Salvini e con lui ho ottimi rapporti. Io, resto concentrato sulla mia Regione dove ho preso un impegno.

Nel 2022 si eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica. Ci fa un suo nome?

Quando sarà il momento il Veneto parteciperà coi suoi grandi elettori come prevede la Costituzione. Ora le preoccupazioni, purtroppo, sono su tutt’altro fronte. Certamente, però,dovrà essere una persona in grado di sentire proprio il ruolo di garante delle autonomie regionali oltre che dell’unità nazionale.

Samuele Contiero

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