venerdì, 29 Marzo 2024
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Padova: la territorialità è la cifra distintiva

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Riparte da quartieri, associazioni di volontariato e parrocchie il progetto voluto da Csv, Comune e Diocesi

Per Padova noi ci siamo
Per Padova noi ci siamo

Consulte di quartiere, associazioni di volontariato, parrocchie sono i protagonisti della fase 2 del grande progetto “Per Padova noi ci siamo”. Una nuova pagina che sta vedendo, in queste settimane, un confronto serrato proprio con le realtà del territorio, in particolare i quartieri. Sei gli incontri, coordinati dal Csv, che hanno interessato il quartiere 1 (Centro) Consulta 1; quartiere 2 Nord (Arcella-S. CarloPontevigodarzere) Consulta 2; quartiere 3 – Est (Brenta-Venezia, Forcellini-Camin) Consulte 3A e 3B; quartiere 4 – Sud-Est (S. Croce-S. Osvaldo, Bassanello-Voltabarozzo) – Consulte 4A e 4B; quartiere 5 – SudOvest (Armistizio-Savonarola) – Consulte 5A e 5B;, Quartiere 6 – Ovest (BrentellaValsugana) – Consulte 6A e 6B.

“Questa seconda fase del progetto vede impegnati nuovamente insieme il Centro di Servizio Volontariato di Padova, il Comune e la Diocesi con l’obiettivo di coordinare, rinforzare e supportare le reti che già esistono nei quartieri e di farne nascere di nuove, fornendo un sostegno affinché la capacità di dare risposte sia organizzata ed efficace – spiegano al CSV –.Il ruolo delle associazioni di volontariato, in questa nuova fase, sarà fondamentale. Sono state censite, geolocalizzate e sono stati raccolti i primi loro spunti. Nei giorni scorsi abbiamo avviato un confronto più stretto con quelle che si sono rese disponibili, a partire dalle Consulte di quartiere fino a comitati e parrocchie. Si tratta di un percorso partecipato di condivisione dei bisogni e delle risorse a disposizione, da noi coordinato anche grazie al supporto di esperti di processi partecipativi”.

L’emergenza legata alla pandemia è tornata in primo piano e il mondo del volontariato si è rimesso subito in moto. Nei mesi scorsi è stata pubblicata la ricerca “La città si attiva. Il volontariato e la fase 1 del Covid” curata dall’Università degli studi di Padova nella quale, tra le conclusioni, si legge: “Le persone, quindi, sembrano volersi impegnare per il bene comune, a prescindere dalle ragioni politiche e dalla fiducia che ripongono nelle istituzioni. Alla luce dei nostri risultati, il quartiere diventa una realtà, un soggetto da non sottovalutare. Risulterà, quindi, più probabile attivare forme di volontariato legate a problemi del quartiere”. Sulla scorta di queste considerazioni, e alla luce delle esperienze vissute con “Per Padova noi ci siamo”- avviato il 14 marzo, e proseguito in forme diverse fino a settembre -, per l’attuale fase di emergenza il progetto è ripartito con queste nuove modalità.

“Il modello – conclude il Csv – si basa sulla possibilità di attivare un aiuto di prossimità che abbia al centro la capacità dei quartieri e dei rioni di autorganizzarsi e mobilitarsi. Il tessuto padovano è ricco di associazioni, parrocchie, comitati di base, ma anche di servizi ed istituzioni che fanno della territorialità un tratto distintivo. Questa è una grande risorsa: significa che sono radicati, conoscono la comunità locale e da questa ne sono attraversati ed arricchiti”.

Nicoletta Masetto