giovedì, 28 Marzo 2024
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Padova: un anno di Polizia Locale fra lotta al degrado e controlli

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Polizia Locale, Bonavina: “Massima attenzione per Arcella e piazze del centro, ma il nostro obiettivo rimane prevenire con azioni di riqualificazione”

Polizia locale Padova
Polizia locale Padova

Quello che salta subito all’occhio leggendo i dati di resoconto delle attività dell’ultimo anno della Polizia Locale è che l’emergenza sanitaria ha rivoluzionato anche i parametri della sicurezza. Meno multe agli automobilisti ma più trattamenti sanitari obbligatori. Meno degrado urbano ma più segnalazioni alla centrale operativa.

“La gente è diventata meno tollerante come conseguenza dello stato d’animo in cui stiamo vivendo”, afferma Lorenzo Fontolan, comandante della Polizia Locale di Padova, che il 20 novembre a Palazzo Moroni ha festeggiato il 152° anniversario della sua fondazione. I dati restituiscono l’immagine di una città costantemente passata al setaccio dagli agenti in oltre 28mila ore di servizio di sicurezza urbana ,a cui se ne aggiungono più di 50mila a piedi. Da novembre 2019 alla fine di ottobre di quest’anno ci sono stati più di settemila controlli nei parchi cittadini e nelle aree verdi, 843 interventi nel comparto della stazione. Un contrasto al degrado pubblico che ha portato a 322 violazioni accertate per accattonaggio, 102 per persone che bivaccavano, 68 per consumo di sostanze stupefacenti in un’area pubblica e 44 per consumo di bevande alcoliche. Con il sequestro di più di tre chili di marijuana e quasi un chilo e mezzo di hashish. Il quartiere più attenzionato rimane ancora l’Arcella. “Perché è il più popoloso, ma anche perché si trova al confine della città”, spiega l’assessore alla Polizia Locale e alla Sicurezza Urbana Diego Bonavina.

Poi ci sono le piazze del centro storico, dove la movida esige controlli per le restrizioni in atto e non solo. “Gli interventi in questa o quella zona vanno a periodi e sono dettati anche dalle azioni di riqualificazione in atto. Se oggi riqualifico piazza De Gasperi, ecco che i problemi di spostano da un’altra parte. Per eliminare il problema alla radice – afferma l’assessore – è necessario fare prevenzione, riqualificando tutto un po’ alla volta. Questo è l’obiettivo dell’amministrazione, il resto si chiama repressione ed è nelle mani delle forze dell’ordine”.

Altra curiosità dai dati delle azioni di controllo: nel 2020 sono state staccate 247.497 multe contro le 320mila dello scorso anno. Colpa del lockdown, che per mesi ha tenuto la gente fuori dalle strade. Curioso ma soprattutto sintomatico dei tempi che viviamo è capire perché chi circola è stato sanzionato: si scopre che, al di là del superamento dei limiti di velocità fotografati dall’autovelox (116.627), una grossa fetta dei multati aveva l’assicurazione scaduta o non aveva fatto la revisione. In 475 sono stati fermati mentre guidavano usando il telefono cellulare e in 135 erano ubriachi al volante. Un’attività a tamburo battente che risponde alla volontà dell’amministrazione comunale di tenere alta la guardia in tema di sicurezza.

“Abbiamo investito risorse per l’illuminazione e la videosorveglianza, ma il cittadino vuole la presenza”, dice Bonavina. Più presenza sul territorio significa più uomini. Così il 2021 si aprirà con un concorso per assumere nuovi agenti. E a Laki, il cane cinofilo, entro la primavera se ne uniranno altri tre. I parametri sono cambiati, si diceva. La pandemia ha infatti ridotto del trenta per cento l’attività ordinaria della Polizia Locale di Padova, che si è trovata a scendere nelle strade e nelle piazze per i controlli strettamente legati all’emergenza. Oltre 26mila le ore dedicate all’ordine pubblico legato al Covid, fra attività commerciali da controllare (9.289, sessanta delle quali sanzionate), autocertificazioni da verificare (5.221 fra marzo, aprile e maggio), denunce e interventi straordinari disposti dal Questore. A tutto questo va aggiunta la preziosa collaborazione con i volontari della Protezione Civile, che nei giorni più difficili della prima ondata hanno supportato gli agenti distribuendo mascherine e guanti monouso, arrivando nelle case di riposo, nei supermercati, nelle farmacie, nelle edicole e prestando servizio nelle case alloggio e nelle case famiglia. In 130 hanno corso da una parte all’altra della città per 73 giorni per un totale di 8.013 ore di attività emergenziali.

“Tutto quello che viene fatto dai nostri agenti, che – dichiara Bonavina – dovrebbero essere rispettati di più per l’attività che fanno, è nell’interesse della nostra cittadinanza. Sono per strada, cercano di fare tutto quanto è nelle loro possibilità per aumentare quella sicurezza che tutti giustamente vogliono in maniera sempre maggiore”.

Sara Salin