venerdì, 29 Marzo 2024
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Lorenzo Pavanello: l’avvocato rodigino che fa teatro con gli atti processuali

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In scena anche i colleghi Ezio Conchi, Gianfranco Munari e Lucia Pollato

Lorenzo Pavanello

Dopo essersi cimentato con successo, assieme ai colleghi Ezio Conchi e Gianfranco Munari, nella rivisitazione storica del processo ai nazifascisti colpevoli della strage di Villamarzana, avvenuta il 15 ottobre 1944, l’avvocato rodigino Lorenzo Pavanello si è cimentato in altri due lavori teatrali. Il primo è “L’affaire Dreyfus”, messa in scena di letture, tratte dai documenti storici accompagnate da musiche. Si tratta di letture riguardanti il caso di antisemitismo, avvenuto a fine Ottocento, tornato di grande attualità.

Il Servizio storico del Ministero della Difesa francese, nel 2013, ha desecretato tutti i documenti integranti il dossier segreto dell’affaire Dreyfus, l’ufficiale ebreo accusato ingiustamente di alto tradimento. Da qui, più di due anni fa, la curiosità degli avvocati Lorenzo Pavanello e Lucia Pollato, di esaminare il dossier e, in particolare, i numerosi atti processuali. Un lungo lavoro, che ha consentito di comprendere le sottili e raffinate modalità di dissimulazione del vero, di verificare il rispetto apparente delle forme, in assenza di prove, di cogliere l’efficacia del messaggio nazionalista in nome della legge.

L’affaire consente di comprendere l’origine ottocentesca dell’antisemitismo laico in Europa, la degenerazione del sentimento patriottico e l’importanza della libertà di stampa in un Paese con un’opinione pubblica informata. I testi l’adattamento e la traduzione dal francese degli atti processuali sono stati tutti ad opera di Pavanello e Pollato. Il format dell’evento, curato sotto il profilo storico da Giuseppe Muroni, è stato ideato per consentire un’agevole comprensione dei fatti più significativi della vicenda. Il secondo lavoro tratta di un caso ancora poco noto agli italiani.

“Le leggi raziali in Italia: il caso del professor Pende”.Un professore di grande rilievo, ritenuto da molti il padre dell’endocrinologia, fu il più prestigioso dei professori che aderirono al Manifesto della razza del 1938. Venne processato alla fine del conflitto e assolto. Ancora oggi molti lo difendono.

Marco Scarazzatti