martedì, 16 Aprile 2024
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Mirano: un museo archeologico per i tesori del territorio

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Dopo il ritrovamento al museo civico Bailo di Treviso di una testa in pietra di epoca romana della dea Tyche, arriva la proposta del Gruppo di studio e ricerca Desman

Tyche almuseo archeologico
Tyche almuseo archeologico

Nell’anno più nero per i musei, chiusi per l’emergenza Covid, rinasce il sogno di un sito espositivo dei tesori del territorio a Mirano. A rilanciare la proposta è stato nei mesi scorsi il d la Fortuna, proveniente proprio da Mirano. La sua origine e il percorso nella storia sono stati ricostruiti dagli storici del gruppo: l’abate Bailo la acquistò da due antiquari veneziani nel 1898, per arricchire le raccolte archeologiche del museo civico trevigiano. Si tratta di una scultura databile intorno al terzo secolo dopo Cristo, di tarda età antoniniana: la dea greca Tyche, presentata come figlia di Teti e Oceano, simboleggiava la personificazione della sorte e assunse grande importanza dall’età ellenistica come forza misteriosa in grado di guidare gli eventi. Sono rari i reperti archeologici di alto interesse storico ritrovati in epoche recenti e non provenienti da scavi, spesso perché venduti da antiquari in epoca ottocentesca e poi andati dispersi. La scoperta che porta a Mirano rinvigorisce nel Gruppo Desman un sogno che da qualche tempo è anche diventato richiesta formale: costituire al più presto un museo civico a Mirano, dove raccogliere le testimonianze antiche del territorio per evitare la dispersione di materiali preziosi per la storia locale.

“Questa scoperta – spiega Giovanni Bertolini, referente del gruppo – valorizza ancor più il territorio della centuriazione di Mirano. Manufatti e reperti importanti di epoca romana già si conoscevano e tra questi c’è, ad esempio, un lapide sepolcrale ora al Museo diocesano della Salute di Venezia, una stele funeraria ora al Museo provinciale di Torcello, il cippo funerario collocato nell’Antiquario del Comune di Mirano, scoperto nel 1982 dai soci del gruppo Desman o una paletta votiva venetica in bronzo, ora al museo di Borgoricco, anche questa trovata dai soci del gruppo nel 1990. Mentre nulla più si sa della lapide della famiglia dei Clodi, dispersa nel tempo ma ricordata dallo storico locale Emilio Bonamico nella sua pubblicazione su Mirano del 1874. E’ importante oggi che anche i miranesi si uniscano alla richiesta di avere una struttura museale permanente del territorio”.

Filippo De Gaspari