mercoledì, 24 Aprile 2024
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Frecce Tricolori: da 60 anni la bandiera italiana nei cieli

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Da 60 anni portano nei cieli il tricolore. Ricorre oggi, infatti, il sessantesimo anniversario dalla fondazione della Pattuglia acrobatica nazionale, le Frecce Tricolori.

Nel video una ripresa effettuata da chi scrive della figura finale, battezzata “Alona”, delle Frecce Tricolori all’air show di Jesolo nel 2018. L’Alona ha il record nel Guinness dei primati della bandiera più grande al mondo: i fumi colorati delle “Frecce” dipingono, infatti, il Tricolore per cinque chilometri.

La nascita della Pattuglia acrobatica

Frecce Tricolori
Frecce Tricolori

Prima della fondazione delle Frecce Tricolori, il compito di svolgere evoluzioni acrobatiche, per dimostrare le capacità dei piloti e l’affidabilità del mezzo, era svolto a turno dai singoli reparti dell’aeronautica. Verso la fine del 1960 si decise di terminare questa turnazione e di fondare un reparto la cui specifica finalità fosse formare la pattuglia acrobatica nazionale, selezionando i migliori piloti.

Il maggiore Mario Squarcina, leader dei Diavoli Rossi del 6° stormo di Ghedi fu incaricato dallo stato maggiore dell’aeronautica militare di costituire la Pattuglia Acrobatica Nazionale (Pan) composta da piloti provenienti da tutti i reparti dell’aeronautica militare. Il 313º Gruppo Addestramento Acrobatico fu fondato il 1º marzo 1961 nell’aeroporto di Rivolto con Squarcina comandante. Lo stesso giorno, sei North American F-86 Sabre della 4ª Aerobrigata decollavano da Grosseto con destinazione Rivolto.

Gli aerei delle Frecce Tricolori

Gli aerei delle Frecce Tricolori attualmente sono gli MB 339, adottati nel 1982. Quest’anno – a quarant’anni di distanza dalla vecchia adozione – arriveranno i nuovi velivoli, gli MB 345, non molto differenti dai precedenti per un profano. Gli aerei della formazione sono contraddistinti, in gergo, dal nome Pony e da un numero che va dallo 0 (è il comandante: durante le esibizioni resta a terra, al posto di controllo denominato “biga”) fino al 10 (che è il solista, responsabile della sicurezza quando sono in volo). Poi ce ne sono altri, dall’11 al 13 riservati agli istruttori. Ma non li vedrete mai volare, se non a Rivolto.

Le Frecce Tricolori hanno due programmi per le manifestazioni, quello “alto” e quello “basso” a seconda delle condizioni meteo.

Dal Cavallino rampante al nome “Pony”

Ma perché si chiamano Pony? In onore di Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana morto in combattimento nel 1918. La sua squadriglia, la 91esima, cosiddetta “squadriglia degli assi”, andò a costituire il 4° stormo di Grosseto che ha ancora oggi come simbolo il cavallino rampante bianco su fondo nero. Al momento della fondazione della Pattuglia, nel 1961, molti suoi piloti provenivano dal 4° stormo e per ricordare Baracca e il suo cavallino i piloti si chiamarono in gergo “Pony”. Baracca aveva scelto il cavallino come suo stemma in omaggio al suo reggimento di appartenenza, il “Piemonte cavalleria” dato che fino al 1923 l’aeronautica non era un’arma autonoma, bensì era inquadrata nell’esercito.

Com’è noto il “cavallino rampante” di Francesco Baracca è anche il simbolo della Ferrari. Come mai? Anche questa è una storia curiosa: cinque anni dopo la morte di Francesco, Enzo Ferrari arrivò primo in una corsa a Ravenna. Qui incontrò la contessa Paolina, madre di Francesco Baracca, che lo esortò a mettere il simbolo del figlio sulla fiancata dell’auto, come lui l’aveva dipinto sulla fiancata dell’aereo. Il che avvenne, ma solo nel 1932, quando l’Alfa Romeo (che era la casa per cui correva Ferrari) diede l’approvazione.

Ma torniamo alla Pan.

Le Frecce Tricolori e le altre pattuglie acrobatiche nel mondo

Pattuglie acrobatiche ce ne sono molte altre in Europa e nel mondo: la più famosa degli Stati Uniti è quella dei “Blue Angels” della Us Navy. Ma la più famosa al mondo resta quella italiana, per due motivi: è la più numerosa (dieci velivoli) e quella che esegue le manovre più complicate. Va sempre ricordato che nelle varie figure gli aerei volano a due metri, e anche meno, l’uno dall’altro.

I piloti delle Frecce Tricolori sono scelti, su domanda, tra i piloti dei vari stormi dell’aeronautica che abbiano almeno 1000 ore di volo alle spalle. Una volta scelto, il pilota passa due anni di addestramento all’interno della Pan prima di volare assieme ai colleghi nelle manifestazioni. I membri attuali delle Frecce hanno fra i 35 e i 40 anni; in gran parte hanno il grado di capitano ma c’è anche qualche maggiore; il comandante delle Frecce, Gaetano Farina, pugliese, ha 43 anni ed è tenente colonnello. Farina è stato fino al 2018 capo formazione: è suo l’aereo che sta davanti a tutti ed è lui che impartisce in volo gli ordini ai colleghi. Attualmente il capo formazione è il maggiore Stefano Vit, 40 anni quest’anno, friulano di San Vito al Tagliamento, mentre il “solista” è il maggiore Massimiliano Salvatore, anche lui classe 1981, avellinese.

(Antonio Di Lorenzo)

 

 

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