mercoledì, 17 Aprile 2024
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Padova, Cinema: Storie locali dal fascino globale

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L’incontro: Federico Massa, padovano, registra e produttore creativo

Ciao Fede, da dove cominciamo? Dove ci eravamo lasciati? E, soprattutto, come stai?

Inizia così la chiacchierata con Federico Massa, padovano, regista, produttore creativo di Avilab e referente triveneto di AGICI, l’associazione nazionale dei produttori indipendenti.

cinema storie locali federico massa padovaHo voluto capire, confrontandomi con Federico, cosa stia succedendo all’audiovisivo Veneto a un anno esatto dall’inizio della pandemia e delle sue conseguenze sul mondo del cinema in primis.

Federico comincia da un’immagine, un‘immagine western che rappresenta i suoi ultimi mesi. Una farmacia, una chiesa, un bar e una lunga strada provinciale, tanti chilometri e poche auto. Un nuovo mondo, o forse lo stesso di prima, ma che con i confini chiusi ha reso evidenti le sue sfumature e i suoi contrasti. Il nordest diventa il Mondo, non un passaggio per Milano, casa della TV e della pubblicità, o Roma, casa del cinema. Set chiusi a Cinecittà, aziende che bloccano gli investimenti in pubblicità a causa dell’incertezza del mercato, Milano alla fine si è fermata.

Così si torna a bussare alle porte del vicino di casa sia esso azienda o maestranza. Federico ammette che vivendo in città non aveva mai osservato così attentamente la nostra provincia. La ricchezza è diffusa, solo qui si vedono così tante auto di grossa cilindrata. Eppure l’essere piccolo e dinamico, modello dell’impresa veneta, ci sta facendo penare. Nell’audiovisivo sono decine le imprese che hanno meno di 5 dipendenti. Prima della pandemia vivevano di pubblicità, documentari, cortometraggi.

Piccole o medie produzioni molto flessibili. Ora molti sono in seria difficoltà. Il cinema, oltre agli ospedali e al calcio, è l’unico settore con un proto- collo Covid ad hoc. I grandi sono ripartiti in sicurezza con uno sforzo organizzativo importante, ma gestibile. I piccoli invece non possono permettersi di far rispettare le normative Covid e le tematiche di sicurezza con disinvoltura. Le piccole produzioni straniere che girano a Venezia e che da sempre collaborano con le realtà venete non si sono viste. Si sono viste per fortuna le grandi produzioni, ma quelle scavalcano a piè pari le case di produzione venete. Federico pensa che siamo in una fase in cui le nostre aziende siano piccole per i grandi e grandi per i piccoli. C’è anche un altro problema, più identitario. Il circuito dei documentari e dei cortometraggi si basa sulla distribuzione ai cinema e ai festival. Gli autori e i produttori veneti hanno creato un rapporto col proprio pubblico, coltivato

negli anni. Decine di serate organizzate con cura a ogni uscita. Le sale ora sono chiuse, i festival ri-mandati o al massimo sono virtuali.

Emergono anche nuove opportunità. Per chi crea contenuti si moltiplicano le richieste da parte di canali distributivi inimmaginabili fino a qualche anno fa. Piattaforme come Netflix e Amazon, ma anche Raiplay o Youtube. Certo, il pubblico diventa potenzialmente il Mondo, ma anche l’offerta è mondiale. Con Federico ci chiediamo se ci conformeremo a dei canoni mainstream, col rischio di appiattire le nostre storie o, invece, saremo stimolati a far crescere la nostra qualità produttiva.

La risposta migliore me la offre quando mi parla dei suoi progetti attuali in cui si divide tra la regia e la produzione, ma tutti hanno un forte radicamento nel territorio. Un film in Val di Cembra e un documentario sul poeta Andrea Zanzotto. Federico si appassiona quando mi racconta del documentario su Mario Rigoni Stern di cui cura la regia con Tommaso Brugin. “La prima volta che incontrai Mario era il 1996, eravamo sull’altipiano con il professor Brunetta e il professor Melanco dell’Università di Padova e lui ci raccontava in modo molto crudo le vicende militari, i movimenti delle truppe durante la prima guerra Mondiale. Quei prati erano quelli dove lui giocava da piccolo immerso nei racconti degli adulti”.

A distanza di 25 anni da quell’incontro Federico, in occasione del centenario di Rigoni Stern, ne ripercorre la vita attraverso chi l’ha conosciuto. Il racconto comincerà dall’infanzia degli anni venti e da quel luogo, Asiago, segnato visibilmente nel novecento dalle guerre e ora fonte viva di storia. Come piace dire a qualcuno è il glocal. Storie locali dal fascino globale. Funzionano solo se chi le racconta ne coglie la profonda autenticità. E questo è sicuramente il caso di Federico Massa e dei suoi documentari.

Christian Cinetto