venerdƬ, 29 Marzo 2024
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Vicenza, il prof. Baldo scopre la passione di Zanella e Fogazzaro per Vincenzo Bellini

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Il professor Italo Francesco Baldo (nella foto accanto) ha scoperto la storia particolare di un sonetto di Giacomo Zanella, poeta da lui a lungo studiato, dedicato a Vincenzo Bellini. La scrisse nel 1885 e fu pubblicato nel 1886, due anni prima che morisse, nell’Album Bellini, edito in memoria del grande compositore. L’Album fu edito a cinquant’anni dalla scomparsa di Bellini, avvenuta nel 1835, quando fu inaugurato un monumento a Napoli per il compositore.

Il professor Baldo ha scritto l’articolo che pubblichiamo di seguito nel quale spiega la genesi di questo omaggio di Zanella a Vincenzo Bellini. Nell’Album dove compare il suo sonetto, appare anche uno scritto di Antonio Fogazzaro, poche righe come si usava all’epoca: “Se nel silenzio dell’autunno moribondo, quest’odore di olea fragrans diventasse suono, sarebbe musica di Bellini”. Anche questa ĆØ una scoperta interessante e illumina su questo legame tra letteratura, poesia e musica.Ā 

La fama di Giacomo Zanella nel 1886 era consolidata e la sua poesia e i suoi interventi erano sempre registrati eĀ Ā apprezzati e discussi. Non stupisce quindi che Francesco Florimo (1800-1888), compositore e musicologo,Ā  direttore del regio ConservatorioĀ Ā di San Pietro a Majella e soprattutto compagno di studi e amico devoto di Vincenzo Bellini, contattasse il poeta vicentino in occasione dellā€™erezione di un monumento al musicista cataneseĀ Ā nel Conservatorio citato a Napoli per chiedergli una poesia in onore proprio di colui che con NormaĀ e iĀ PuritaniĀ Ā aveva raggiunto vertici di grandissima musica, apprezzata sia da G. Verdi sia da R. Wagner, il quale, come ĆØ noto, apprezzava quasi esclusivamente se stesso.

Ā Ā Ā  Giacomo Zanella la cui poesia ĆØ sempre vicina alla musica, rispose allā€™invito e consegnĆ² per la stampa il sonetto cheĀ Ā sotto riproduciamo.Ā Ā Il testo apparve a p. 5 dellā€™Ā Album-Bellini, a cura diĀ F. Florimo e M. Scherillo, Napoli,Ā Ā Stab. Tip. A. Tocco, 1886; rist. anastatica Catania, D. Sanfilippo, 2001.Ā Ā Non era certo lā€™unica fatica dedicata da Florimo allā€™amico Bellini, tanti altri testi gli dedicĆ² tra cui una pregevole biografia e la cronaca proprio dellā€™avvenimento del 1866 quando fu scoperto il monumento scolpito da Alfonso Balzico.Ā Ā Lā€™Album-Bellini intendeva affiancare come monumento ā€œverbaleā€Ā Ā quello scultoreo. Eā€™ opera composita, celebrativa, maĀ Ā rende merito a quel grandissimo della musica italiana che vive ancor oggi ed ĆØ punto di riferimento per musicisti e cantantiĀ Ā lirici e le sue opere sono oggetti di continua riproposizione.Ā Accanto, ecco la pagina dell’Album Bellini in cui ĆØ riportato lo scritto di Fogazzaro e il sonetto di Zanella.

Ā Ā Ā Ā Ā Il sonetto di G. Zanella, confluirĆ  successivamente, nel 1887, nei sonettiĀ Continuazione dellā€™AstichelloĀ (Roma, Tip. della Camera dei deputati),Ā Ā e oggi ĆØ nellā€™ultima edizione della silloge (Vicenza, Editrice Veneta, 2013) il n. LXXII.

Ā Ā Ā Ā Ā I versi zanellianiĀ Ā di valore qualitativo hanno giocositĆ  di tono e sono basati sulla nostalgica rievocazione della giovinezza in termini di gradevole erudizione mitologica e di sincera usualitĆ  espressiva che coglie di riflesso e il musicista e il poeta.

Questa lira o testuggine, secondo

Che piĆ¹ piace chiamarla in Elicona,

Che al tocco or doloroso ora giocondo

Dellā€™inquieto pollice risuona;

E questa, onde le tempie mi circondo,

Di poche foglie sudata corona.

Che dā€™altri studi in guiderdone il mondo

Alle canute mie chiome perdona,

Quante lieto darei per quella piva,

Che collā€™umida scorza dā€™uno schietto

Ramo di salce il villanel compose,

Se con essa tornasse la giuliva

Mia fanciullezza e lā€™agile intelletto

Che in roseo mi pingea tutte le cose.