venerdì, 29 Marzo 2024
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Vicenza, metà docenti non risponde all’invito a vaccinarsi dell’Ulss 8

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Il dato è precedente al caso AstraZeneca. Il direttore sanitario: “Cercheremo di recuperare nei prossimi giorni”

Direttore sanitario Ulss 8
Salvatore Barra, direttore sanitario dell’Ulss 8
Servizio igiene pubblica Ulss 8
Maria Teresa Padovan, responsabile dell’igiene pubblica (Sispi) dell’Ulss 8
Responsabile farmacia Ulss 8
Margherita Andretta, responsabile della farmacia dell’Ulss 8
Giampaolo Stopazzolo Ulss 8
Giampaolo Stopazzolo, responsabile servizi sociali Ulss 8

 

Vicenza e covid. Metà tra insegnanti e personale della scuola non s’è presentato all’appuntamento per sottoporsi al vaccino. Invitati dall’Ulss, non hanno risposto. Il direttore sanitario dell’Ulss 8, Salvatore Barra, spiega che la settimana scorsa su 1.200 inviti spediti al personale della scuola, in 550 non si sono presentati. Poco meno del 50 per cento: vale a dire che un docente su due non ha voluto vaccinarsi. Una percentuale altissima, e non c’entra la polemica su AstraZeneca che doveva ancora esplodere. Quali possono essere le cause di questa defezione di massa? Difficile pensare che siano tutti no-vax. Ci sarà anche una percentuale di chi teme reazioni al vaccino, ma – a voler essere positivi – molti  non avranno avuto tempo, impegnati con l’insegnamento alla mattina e le (infinite) riunioni al pomeriggio.

I motivi del “caso”: troppo lavoro, anche pomeridiano, per gli insegnati oppure sono vittime anche loro delle paure per le reazioni dei vaccini?

L’interpretazione opposta è quella che fa leva sui luoghi comuni – in termine sociologico chiama in causa l’infodemia – che stanno dilagando. Come sottolineano in un bel pezzo Daniele Manca e Gianmario Verona sul “Corriere”, si finisce per essere presi dal dubbio instillato dal cuggino sapientone di turno. Qualcosa del tipo: “Lo sai che se ti vaccini alimenti solo il fatturato delle multinazionali del farmaco e ti inietti qualcosa che rende il tuo organismo nel tempo soggetto a patologie croniche?”. Balle spaziali, naturalmente, ma la battaglia contro l’infodemia (secondo la Treccani: circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”) è solo all’inizio. La guerra sarà lunga e piena di vittime.

Comunque, questo è il dato. Salvatore Barra e Maria Teresa Padovan, direttrice del Sispi, il Servizio di igiene pubblica, spiegano prima di tutto che le dosi non sono state buttate via, ma riutilizzate. All’Ulss non si butta via niente. Più in generale, le dosi di riserva dei vaccini sono poche; le liste di chi richiamare in caso di necessità ci sono, ma non sono state utilizzate. Barra e Padovan spiegano che la gestione giornaliera delle dosi è attenta e precisa: tirano fuori dal frigo giusto quello che serve, neanche una dose in più.

In secondo luogo, a proposito del caso-scuola, i sanitari precisano che cercheranno di organizzare dei… richiami per dare la possibilità a insegnanti e non docenti di vaccinarsi, essendo una delle categorie privilegiate visto il contatto diretto con gli studenti. “In qualche modo faremo”, si stringono nelle spalle i due sanitari coordinatori delle vaccinazioni.

Certo è che, con tutto quello cui devono pensare in questi giorni, di questa grana ne avrebbero fatto volentieri a meno. Intanto, assieme a Giampaolo Stopazzolo, direttore dei servizi sociali dell’Ulss 8, e a Margherita Andretta, direttore della farmacia, sciorinano i dati della campagna vaccinale.

Dal 10 aprile scatta la fase due delle vaccinazioni che porterà a 5000 dosi al giorno. Nuova anche la modalità: niente più lettera, ma ci si iscrive su Internet

Le categorie fragili. Finora l’Ulss 8 ha vaccinato quasi 39mila persone e utilizzato 59mila dosi di vaccino. Nelle case di riposo è stata completata la prima e la seconda dose, quasi terminate le 96 comunità per disabili ed effettuate 250 vaccinazioni a domicilio. L’équipè è formata da un medico e un infermiere ed è stato utilizzato il vaccino Moderna, che resiste sei ore. Ora si passa alle 43 comunità di salute mentale, che ospitano 570 persone: le persone saranno chiamate al centro di San Felice e alla comunità La Pieve di Montecchio Maggiore. Naturalmente, le vaccinazioni hanno coinvolto anche parenti e badanti, quelli che in termine tecnico si chiamano caregiver. Andretta precisa che sono arrivate nuove dosi di vaccino Pfizer, appena duemila, ma tutto serve.

Operatori sanitari e anziani. Vaccinati per l’85% gli operatori sanitari, si stanno completando le fasce – o come si dice in gergo, le coorti – di anziani con il vaccino Pfizer: entro il 10 aprile si conta di aver concluso questa fase e di passare a vaccinare dai nati 1942 in giù. I vicentini fra i 79 e i 70 anni sono 47mila nell’Ulss. Nel frattempo, si concluderanno anche le vaccinazioni per chi è “estremamente fragile”, vale a dire malati oncologici ed ematologici. La percentuale di risposte dagli ultraottantenni, precisa Maria Teresa Padovan, è stata dell’82-84 per cento.

Nuovo metodo di prenotazione. Riguardo alla successiva fase di vaccinazione, sono in arrivo nuove disposizioni dalla Regione. Niente lettera di invito, le nuove categorie sono troppo numerose per gestire una mole di lettere e risposte: si prenoterà la vaccinazione iscrivendosi a un portale su Internet, così come si fa con il “Cup” oggi. Dal 10 aprile scatterà la fase due della vaccinazione, quella che punta a 5000 dosi da iniettare al giorno, per contribuire a quota cinquantamila indicata dall’assessore Lanzarin come obiettivo giornaliero nel Veneto.

AstraZeneca. Chi ha perso l’appuntamento con il vaccino a causa della sospensione per il caso AstraZeneca, sarà ricontattato dall’Ulss e verrà fissata una nuova data. Si stima che si tratti di circa duemila persone, soprattutto insegnanti e forze dell’ordine: ma in pochi giorni il ritardo sarà recuperato e tutto tornerà a posto. Tant’è che da oggi pomeriggio alle 15 il recupero è già avviato. Nulla cambia, invece, per chi s’è prenotato da domani, sabato, in poi.

Nuovi letti per i malati di covid al San Bortolo e dieci posti in più di terapia intensiva

Nuovi posti covid al san Bortolo. Il dottor Barra riassume gli ultimi dati della pandemia nell’Ulss 8: sono stati effettuati 4.300 tamponi e scoperti 143 positivi (meno del giorno precedente, quando erano 207). C’è purtroppo un incremento di ricoveri, +5 rispetto a ieri, e +1 in terapia intensiva.

Dieci posti in più in terapia intensiva. Durante il fine settimana l’Ulss prevede di mettere a disposizione nuovi posti covid nel reparto di Medicina e in Geriatria a Valdagno. Si pensa di rendere disponibili anche nuovi 10 posti di terapia intensiva: saranno ridotti i posti in chirurgia rinviando gli interventi non urgenti.

Infine, il dottor Stopazzolo sta concludendo l’accordo con i medici di medicina generale: quelli che si renderanno disponibili potranno effettuare le vaccinazioni al centro in Fiera, nel proprio ambulatorio oppure a domicilio del paziente. (Antonio Di Lorenzo)