mercoledì, 27 Settembre 2023
 
HomeVenetoCultura e spettacoliFilm e serie tv visti da vicino: “Speravo de morì prima”, un...

Film e serie tv visti da vicino: “Speravo de morì prima”, un Totti riuscito e non una caricatura

Tempo di lettura: 3 minuti circa

Un Totti riuscito e non una caricatura quello di Sky. “Speravo de morì prima” riesce a trasformare il calcio una epica seriale: un balzo in avanti della commedia italiana

“Speravo de morì prima”, una serie Sky su Francesco Totti.

Quel sabato 28 maggio 2017, allo stadio Olimpico di Roma, c’era un tifoso che avrebbe preferito non essere sulla Terra piuttosto di assistere al giorno dell’addio di Francesco Totti al calcio giocato. “Speravo de morì prima” recitava il suo striscione che campeggiava sulla curva sud.

Il tomentone

L’autoironia,  veracemente romana, di quello che divenne poi un tormentone, è alla base della serie televisiva che Sky ha tratto da “Un Capitano”, l’autobiografia che Francesco Totti ha scritto con il giornalista Paolo Condò. Dalla casa di produzione Wildside fanno sapere che il tifoso è stato individuato e debitamente remunerato per la sua proprietà intellettuale divenuta il titolo del progetto.

La serie

Nell’arco dei sei episodi ideati da Stefano Bises e Michele Astori e diretti da Luca Ribuoli, c’è il racconto sofferto dell’ultimo anno e mezzo della carriera di Francesco Totti, dopo trent’anni passati a giocare per l’AS Roma, praticamente da quando era bambino. “Checco”, come lo chiamano affettuosamente famigliari, amici e tifosi, ha il volto di Pietro Castellitto: la sua è un’interpretazione convincente e non caricaturale del campione.

Il giovane Castellitto

Non soltanto figlio d’arte, il giovane Castellitto, 29 anni, ha già dimostrato quanto vale: con il suo debutto alla regia de “I predatori” si è aggiudicato il premio Orizzonti per la migliore sceneggiatura della 77/a edizione della mostra del cinema di Venezia.

Impossibile reggere il peso del confronto con la leggenda vivente che è Totti, in questa serie rappresentato come un mito costretto a fare i conti con la propria mortalità. Per questo motivo, l’imitazione cede il passo alla mimesi. Si intravede l’ironia per cui il campione è famoso, ma è qualcosa di diverso.

Il cast

Castellitto non è il solo ad offrire una propria versione del personaggio che porta in scena. Si distingue per la sua interpretazione Gianmarco Tognazzi, volto del mister Luciano Spalletti cui spetta l’inevitabile parte dell’antagonista di questa storia. “La storia di Totti e Spalletti andava raccontata” spiega Tognazzi, che ha voluto andare oltre la rivalità tra i due che vide la tifoseria prendere le parti, chi del Pupone e chi dell’allenatore.

Completano il cast Greta Scarano nei panni di Ilary Blasi, Marco Rossetti nel ruolo di Daniele De Rossi e Gabriel Montesi nella parte di Antonio Cassano.

Le bocciature

Quest’ultimo non è tra i sostenitori dell’esperimento di Sky. “La serie mi è piaciuta molto poco: la realtà non supera il 5%, il resto è romanzato” ha detto a Valerio Staffelli mentre riceveva da lui il Tapiro D’oro.

Poco male: le bocciature fanno parte del mestiere, quando si decide di portare sullo schermo persone e fatti ancora vividi nella memoria collettiva, specialmente in quella dei romanisti. Ciò che resterà di questa miniserie atipica, un gioioso balzo in avanti nell’ambito della commedia televisiva, è stata la capacità di adattare con successo l’epica calcistica in formato seriale.

L’epica calcistica in formato seriale: “Ted Lasso”

Ad anticipare, sotto questo aspetto, Speravo de morì prima ci ha pensato Apple con Ted Lasso, spassoso racconto del personaggio eponimo, un coach di football universitario del Kansas, scelto per allenare la squadra londinese fittizia AFC Richmond. La serie ideata da Bill Lawrence (già creatore di Scrubs) con protagonista il comico americano Jason Sudeikis, che per la sua interpretazione lo scorso mese ha vinto un Golden Globe, è già stata confermata per altre due stagioni.

A cura di Paolo Di Lorenzo

 
 
 

Le più lette