L’idea lanciata da CEFA e Ya Basta diventa oggi un libro di 300 opere accompagnate da una trama narrativa dei curatori Jacopo Granci e Claudio Calia
Trenta Paesi, 137 artisti e 300 illustrazioni per raccontare, attraverso il linguaggio del fumetto, gli effetti della pandemia. Come è cambiata la tua vita con il Coronavirus? Questa è la domanda lanciata a luglio 2020 dalle associazioni CEFA e Ya Basta a cui hanno risposto disegnatori affermati come Zero calcare e Palumbo e fumettisti in erba con le loro tavole. Il risultato è il libro “My covid in comics. Racconto sociale di una pandemia gobale”, oltre 300 opere accompagnate dal- la trama narrativa dei curatori, il giornalista Jacopo Granci e l’autore di Graphic Novel, il padovano Claudio Calia.
“L’idea del libro – racconta Calia – è il tassello finale di un lungo percorso iniziato dal 2016. Tutto è nato da un mio corso di fumetto online che ha coinvolto studenti da tutto il mondo e dal lancio, in parallelo, della challenge #MyCovidinComics a cui abbiamo chiesto di raccontare come stessero vivendo la situazione”.
Il volume affronta lo stato d’essere dell’uomo del 2020, sospeso e in bilico. I contributi degli illustratori offrono riflessioni scritte e visive su questo periodo storico. Protagonista indiscussa del racconto è la particella di Co- vid19 che viene personalizza e soggettivizzata al massimo. E mentre rimbalza tra le pagine del libro e in cinque continenti, ci porta a riflettere come ogni situazione sia del tutto relativa. “Durante il workshop – prosegue Calia – ho potuto avere il termometro della situazione nei diversi Paesi e dei diversi livelli di percezione da parte delle popolazioni. In Italia, la scorsa estate eravamo abbastanza sciolti, mentre in contemporanea in Brasile c’era una situazione drammatica. Possiamo lamentarci di non poter viaggiare, siamo annoiati da Netflix, ma in altri Paesi sei chiuso in casa senza avere acqua e corrente elettrica, magari sotto i missili, come in Libia”.
Quale miglior strumento per provare a conservare e restituire le sfaccettature di una nuova era globale che in un modo o nell’altro ci coinvolge tutti? Il linguaggio universale del fumetto ha permesso di raccontare storie, problemi e paradossi sociali facendo emergere visioni differenti sugli effetti della pandemia. “I 300 disegni confluiti in questo libro – spiegano i due curatori – possono essere paragonati alle preziose tessere di un mosaico, adagiate su una trama testuale in veste di collante, che cerca di ripercorrere i momenti e le situazioni più caratterizzanti dell’anno appena trascorso”.
Un lavoro che riflette su come stiamo vivendo i due principali problemi del nostro tempo: una pandemia globale e le sfide sociali che a essa si collegano. Un’avventura che per la prima volta ha riunito cinque continenti, coinvolgendo giovani aspiranti fumettisti e artisti già affermati. “Avere testimonianza di cosa è stato l’ultimo anno e di cosa tuttora è – continua Calia – potrà essere quel sassolino rimasto intrappolato nelle nostre scarpe per ricordarci che per uscirne, dobbiamo capire come ripartire, tutti insieme”.
Il libro è uno specchio esaustivo che cristallizza questo anno di lockdown, un vero e sorprendente affresco corale. Una galleria per immagini di sentimenti personali – paura, senso di alienazione e delle ricadute nel vissuto individuale generato da questo avvenimento epocale. Il risultato finale è un invito a fermarsi a riflettere sui concetti di sviluppo, benessere, sull’importanza delle piccole cose e sul valore dei piccoli gesti.
Il volume, dal 29 marzo in libreria (Caracò Editore), è stato ideato per Cefa Onlus, ong che anni aiuta le comunità a raggiungere l’autosufficienza alimentare e con l’associazione Ya Basta Caminantes, che promuove la giustizia sociale e ambientale attraverso i linguaggi artistici.
Sara Busato