giovedì, 25 Aprile 2024
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Vicenza, il progetto Bridge dà una casa a famiglie e bambini in cura al san Bortolo

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Il Comune mette a disposizione una palazzina in contrà Apolloni: al lavoro Ulss e associazioni

Coralba Scarrico, presidente di Vicenza for Children
La psicologa Mariateresa Moro
La psichiatra Alessandra Sala
La psicologa Barbara Volpato

 

Raffaella Battistin, supervisora del progetto Bridge

Lavorare in squadra questa volta porta vantaggi ai bambini ammalati e alle loro famiglie che li seguono nelle cure, magari arrivando da lontano a Vicenza. E più in generale alle famiglie fragili per qualche problema psicologico e sanitario. È il caso del progetto Bridge, che da oggi ha una casa. Anzi, un’intera palazzina messa a disposizione dal Comune in contrà Apolloni 13. Circa a metà strada fra palazzo Trissino, sede municipale, e l’ospedale san Bortolo. Anche questa localizzazione è un po’ metaforica. Dopo la ristrutturazione, la palazzina sarà il cuore dell’iniziativa cui partecipano in molti, dai soggetti pubblici alle associazioni di volontariato.L’insegna multicolore appesa fuori dalla porta le ricorda tutte: Comune, Ulss 8, Fondazione Cariverona, Vicenza for children, Kairos donna, Convivium, Midori e Croce Bianca.

L’obiettivo è di creare locali per l’accoglienza di famiglie con fragilità socio-sanitarie. Vale a dire, si vuole offrire un tetto a quelle famiglie che hanno bambini in trattamento all’ospedale san Bortolo o, più in generale nell’Ulss 8. Nell’immobile saranno realizzati spazi per l’accoglienza diurna e nottura, abulatori specialistici e uno spazio per le associazioni del terzo settore che da anni sono impegnati a seguire i piccoli e le loro famiglie.

La presentazione del progetto Bridge in contrà Apolloni con i medici Giampaolo Stopazzolo e Andrea Danieli, gli assessori Albiero e Tosetto e i protagonisti del progetto

Come Vicenza for children, rappresentata dalla presidente Coralba Scarrico, che ha raccontato la realtà della sua associazione che segue i casi, spesso dolorosi, di 300 bambini sottoposti a cure, spesso oncologiche. Si tratta di persone che cercano un tetto per dormire e un luogo dove essere accolti. Il progetto Bridge dà loro questa opportunità: vuole essere, come ha spiegato la dottoressa Alessandra Sala, psichiatra, un ponte tra sanità e società, tra chi cura e chi ha bisogno di quelle cure e ha deve trovare un punto d’appoggio, logistico e anche psicologico.

La Fondazione Cariverona finanzia l’intervento di ristrutturazione: la sede del progetto Bridge sarà pronta a settembre

 

La palazzina di contrà Apolloni dove avrà sede il Progetto Brige
L’insegna del Progetto Bridge all’esterno dalla palazzina di contrà Apolloni

I destinatari degli interventi, sono le famiglie degli adolescenti e giovani con disabilità della sfera psichiatrica (disturbi alimentari e psicotici), mamme e famiglie con situazioni problematiche dovute a gravidanze e problemi post-partum, famiglie di prematuri ricoverati, famiglie di minori oncologici.

Alla presentazione dell’iniziativa erano anche presenti gli assessori Matteo Tosetto e Roberta Albiero, rispettivamente al sociale e al patrimonio, il primario di psichiatria del san Bortolo, Andrea Danieli, il direttore dei servizi sociali dell’Ulss 8, Giampaolo Stopazzolo, le psicologhe Barbara Volpato e Mariateresa Moro e la dottoressa Raffaella Battistin, supervisora del progetto.

Il Progetto Bridge prevede una spesa di 600 mila euro con un finanziamento di 350 mila euro da parte della Fondazione Cariverona fino al giugno 2023. I lavori di ristrutturazione saranno conclusi a settembre, quando sarà inaugurata la casa.

Le attività sono state già avviate a marzo nei locali dell’Ulss e delle associazioni partner, ma da settembre la palazzina di contrà Apolloni diventerà un centro di riferimento per tutta la comunità, con servizi di sportello, di presa in carico psicologica e di accoglienza.