martedì, 16 Aprile 2024
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ABB Spa di Marostica: c’è chi vuole acquisire lo stabilimento ma la multinazionale vuole solo chiudere

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Allo stabilimento del settore gomma plastica di Marostica della ABB, multinazionale elettrotecnica svizzero svedese, torna l’incubo licenziamenti per 100 lavoratori.

E i sindacati Filctem-Femca-Uiltec di Cgil Cisl Uil di Vicenza e provincia non ci stanno: sette mesi dopo un lungo percorso di incontri e mediazioni con Regione Veneto e Ministero dello Sviluppo Economico si torna al punto di partenza: il colosso svizzero svedese vuole sbarazzarsi della produzione dei componenti plastici in Italia (costa troppo? la solita storia) e non gli interessa come, né che cosa succederà alle 100 famiglie che di colpo si troveranno senza sostentamento nella zona di Marostica. Eppure c’è un imprenditore del territorio che vuole acquistare lo stabilimento mantenendo l’occupazione.

ABB Spa Marostica manifestazione
Una foto del 13 gennaio 2021 durante il sit in davanti alla ABB di Marostica

Si ritorna di colpo ed inspiegabilmente a 7 mesi fa

Scrivono oggi in una nota  Laura Scalzo (Filctem Cgil), Giuseppe Rosa (Femca Cisl), Tiziano Cortese (Uiltec Uil), un intervento dopo l’ultimo incontro tra le parti in Regione del Veneto: “Si è concluso in tarda serata di ieri l’incontro alla presenza dell’Assessore Regionale al lavoro Elena Donazzan assistita dall’unità di Crisi aziendali, le Organizzazioni Sindacali ed i rappresentati di ABB Spa, per fare il punto riguardo una seria manifestazione di interesse ricevuta a fine maggio da parte di un imprenditore del territorio.

Purtroppo abbiamo constatato dal confronto con la direzione ABB che a fronte di tale manifestazione di interesse che riteniamo seria e percorribile data la disponibilità dichiarata del pieno mantenimento dell’occupazione.

L’azienda dal canto suo ha comunicato al tavolo che la proposta ricevuta non è ritenuta percorribile e di procedere comunque nel loro progetto iniziale, riportando le parti sociali a 7 mesi fa quando annunciò la chiusura dello stabilimento, la perdita di 100 posti di lavoro e l’impoverimento di un intero territorio e del tessuto sociale.

L’aspetto più grave è che a fronte delle sollecitazioni e della disponibilità dichiarata delle forze sindacali di approfondire gli elementi di criticità rispetto i “presupposti” o le “condizioni minime” mancanti. La risposta dell’azienda non solo non c’è stata ma in spregio al tavolo è stata rigettata al mittente rendendosi indisponibile a ricercare soluzioni condivise per la continuità aziendale e la salvaguardia occupazionale.

È chiaro ed evidente che un comportamento del genere lo riteniamo inaccettabile ma soprattutto incomprensibile e deve essere chiarito davanti a quelle stesse istituzioni verso le quali l’azienda svizzero-svedese ricorre quando si tratta invece di ottenere finanziamenti pubblici”. (FB)