giovedì, 25 Aprile 2024
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Piove di Sacco, Dionisio Cumbà: il pediatra-Ministro della Sanità

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Una storia a lieto fine di sogni e sacrifici. L’intervista a Dionisio Cumbà, il pediatra-Ministro della Sanità

Dionisio Cumbà

Dionisio Cumbà arrivò in Italia nel 1991 grazie ad una borsa di studio, dal 2012 vive tra Piove di Sacco, con la sua famiglia, e la Guinea Bissau, la sua Terra, dove aiuta i bambini che hanno bisogno di lui.

Un sogno nel cassetto

Cosa vuoi fare da grande? E’ questa la domanda che spesso sentiamo fare ai bambini: alcuni vogliono fare gli astronauta, altri i calciatori e altri ancora i cantanti.

Se l’avessimo chiesto un po’ di anni fa a Dionisio Cumbà, attuale Ministro della Sanità in Guinea Bissau, ci avrebbe risposto senza pensarci: “Voglio fare il medico!”

La storia di Dionisio Cumbà

Sono stati tanti i sacrifici di Dionisio che già a quindici anni è dovuto partire dal suo villaggio a Jugudul per poter studiare al liceo della Capitale.

“Ho venduto una gallina per potermi pagare il pullman che mi portava in città per sapere se ero stato ammesso” racconta Cumbà “e appena arrivato al liceo ho scoperto che il giorno dopo dovevo fare l’esame di ammissione. Non sapevo se l’indomani avessi avuto la fortuna di trovare un’altra gallina per pagarmi il viaggio così decisi di dormire nel giardino del liceo.”

Fondamentale nella sua vita è stato Padre Ermanno Battisti, conosciuto tramite un amico in comune, che dopo avergli offerto un lavoro per mantenersi gli studi, nel 1991 l’ha premiato con una borsa di studio per l’Italia.

La partenza per l’Italia

“Sono partito per l’Italia insieme ad altri due ragazzi e sono arrivato a Montecchio Maggiore dove siamo stati ospitati tutti e tre da una famiglia. Purtroppo, la famiglia non poteva permettersi gli studi all’Università di tutti e tre, quindi, dopo aver imparato l’italiano, ho fatto la scuola per Infermieri a Verona. Nonostante questa esperienza di studio dentro di me aumentava sempre di più la voglia di dover fare il medico così mi sono informato per fare l’Università.

Ho dovuto avere molta pazienza per poter coronare il mio sogno perché la prima volta ho superato il test a Padova, ma i miei documenti non erano conformi alle leggi per l’Università così non ho potuto iscrivermi. Per poter entrare all’Università italiana il mio titolo di studio non bastava così mi sono iscritto a un anno integrativo a un liceo in Portogallo e dopodiché ho rifatto l’esame all’Università di Verona ma non l’ho superato.”

Non si è arreso Cumbà che ha frequentato un anno di Chimica Farmaceutica a Padova e nel frattempo ha iniziato a lavorare come operatore socio sanitario all’ospedale di Dolo.

Il padre adottivo

Qui ha conosciuto il suo “padre adottivo” Rino Stocco, portinaio all’ospedale, che dal momento in cui gli ha detto “Ciò moreto, vien qua!” non l’ha più lasciato solo.

“Mi ha regalato il motorino e un giorno mi ha invitato a pranzo ad Arino, il suo paese. Insieme ad altre famiglie mi ha fatto una sorpresa: avevano messo insieme i soldi per farmi studiare Medicina. Io ero felicissimo e grato per l’opportunità”.

Il trasferimento a Dolo e la laurea

“Dopo aver superato il test sono andato ad abitare a Dolo e ci sono rimasto per quattordici anni. Mi sono laureato e grazie a una borsa di studio promossa dall’associazione PIME di Padre Battisti, ho provato l’esame per Chirurgia Pediatrica. Padre Battisti aveva creduto in me, non volevo deluderlo e così è stato.”

Durante la specialistica, ha trovato l’amore con l’infermiera Laura Dante, si è trasferito a Piove di Sacco e ha coronato la sua felicità con il matrimonio nel 2012 e la nascita di due bambini.

Una vita a metà tra Veneto e Guinea

Nominato da poco Ministro della Sanità, divide la sua vita tra il Veneto e la Guinea.

“Quando ho ricevuto la chiamata per l’incarico non ho dormito la notte. Non potevo abbandonare la mia famiglia ma neanche la mia Terra. Dovevo tornare per aiutare i bambini bisognosi. Mia moglie mi ha detto di accettare ed è stato fondamentale il suo appoggio.”

“Ho sempre avuto il sogno di fare il medico. Dopo la morte di mio padre, quando avevo dodici anni, avevo accantonato l’idea ma lui mi è apparso in sogno e mi ha detto di continuare a studiare.”

Non è vero che i sogni diventano realtà solo nelle fiabe e Dionisio Cumbà, con la sua tenacia e con la sua forza, ce ne ha dato la prova.

Benedetta Cesaro