venerdì, 29 Marzo 2024
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L’assessore alla cultura Andrea Colasio, in attesa della convocazione da Unesco, si dice pronto per il giudizio finale

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Unesco: dopo il parere favorevole di Icomos, a fine luglio si saprà se il ciclo di affreschi del XIV secolo sarà riconosciuto patrimonio dell’umanità. Due milioni di euro per il marketing territoriale

Cappella degli Scrovegni (Padova)

Se c’è una cosa di cui Andrea Colasio è decisamente sicuro è che quella di Padova Urbs Picta a patrimonio dell’umanità sia una candidatura fortissima. Nessuno più dell’assessore alla cultura conosce il progetto che a fine luglio sarà al vaglio della commissione Unesco, alla quale spetterà la parola definitiva. Probabilmente è fra coloro che lo ama di più: una passione che dura da un ventennio, tanto il tempo investito da Colasio nel perseguire un obiettivo che finalmente sta per arrivare al dunque. Dentro o fuori. E lui annuncia: “Sono pronto”.

Dopo il rinvio di un anno per la pandemia, a maggio è arrivato il giudizio favorevole di Icomos, organo che procede alle valutazioni tecniche delle candidature. Solo qualche raccomandazione in calce per il completamento del dossier. “Abbiamo fatto ulteriori analisi a conferma dell’autenticità dei cicli pittorici.

I requisiti ci sono tutti. La Padova del Trecento era un grande universo culturale, un unicum mondiale, punto di snodo fra Medioevo e Rinascimento”, spiega Colasio. Nel 2009, quando venne nominato assessore nella giunta guidata da Flavio Zanonato, ribadì da subito la necessità di creare un percorso dei siti. In quel mandato si spese per la riqualificazione del complesso monumentale del Castello dei Carraresi.

“È fondamentale per raccontare sia Giotto che tutti gli altri grandi artisti, chiamati a Padova proprio per raccontare e celebrare la signoria dei Carraresi. Per questo da trent’anni mi occupo affinché il Castello venga restituito alla città”. Una storia nella storia, quella che porterà al responso dell’Unesco. Nel 2012 si decise che candidare la sola Cappella degli Scrovegni non sarebbe bastato.

Era una candidatura forte ma allo stesso debole”, afferma Andrea Colasio, che ribadisce: “Padova è unica solo con l’intero ciclo pittorico”. Il messaggio è chiaro: candidarne tutti i luoghi a patrimonio dell’umanità significa riscoprire la città. “Perché Giotto e gli artisti che si sono confrontati con lui non sono da considerare un incidente, ma hanno forgiato l’intera identità urbana”. Nell’attesa c’è un progetto già avviato. Biglietto unico, guida della Padova Urbs Picta con tappa al Castello dei Carraresi per una narrazione unica e continua del Trecento padovano e di una città che va considerata capitale dell’immagine.

Sul tavolo ci sono due milioni di euro da investire nel marketing territoriale: dall’enogastronomia alle piazze, dallo sport al Santo fino alla street art. “Sia-
mo una città viva. E a proposito di street art, stiamo parlando di arte popolare così come lo erano gli affreschi del Trecento.
Anche la street art è affresco, la connessione è molto forte”, afferma l’amministratore. Tutto assume un significato ancora maggiore se si pensa che siamo all’inizio di una rinascita. È un’occasione immensa, che va messa a frutto.

L’orgoglio e l’identità patavina sono da sempre molto forti: ci va solo aggiunta la consapevolezza che la città è un grandissimo laboratorio culturale. “La candidatura ha fatto in modo di arrivare a trasferire alla collettività quella consapevolezza che prima è era appannaggio di po-
chi intellettuali. Siamo di fronte a una candidatura corale, che appartiene a tutti, che nasce dalla collaborazione di forze diverse fra loro e che costituisce un bene comune”, sostiene Andrea Colasio.

Dentro o fuori, quindi. Ma comunque vada, la percezione internazionale della città è già stata cambiata dalla candidatura. Ormai tutti sanno che Padova è fra le più importanti città d’arte al mondo. Per questo Colasio è pronto: “Aspetto il giudizio, ma sono convinto che raramente una candidatura sia stata così autorevole”.

 

 

Sara Salin