mercoledì, 24 Aprile 2024
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Vicenza, un “berretto verde” laureato alla Columbia che parla italiano al comando della Ederle

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Il col. Gomlak è delle Forze Speciali, quelle rese celebri al cinema da John Wayne e Rambo

Usa Ederle
Il col. Matthew Gomlak, origini polacche: un “berretto verde” al comando della “Ederle”

Se ne andrà in Alabama, sede del suo nuovo incarico, con Monte Berico negli occhi: “È la prima cosa che ho visto a Vicenza ed è la prima che ho mostrato al mio successore. Da quella collina qualche giorno fa ho ammirato il tramonto più bello della mia vita”. Magari il giudizio è venato da un po’ di nostalgia, ma è sincero il colonnello Daniel J. Vogel quando parla. È soddisfatto dei suoi due anni a Vicenza, dove al comando di guarnigione ha combattuto un nemico che mai si sarebbe sognato di incontrare, il covid. Ma è anche contento del suo prossimo lavoro di docente all’Air War college. Certo che per uno come lui, operativo con sei anni e mezzo tra Afghanistan e Iraq, è un bel salto. Ma anche l’aeronautica ha bisogno dell’esperienza di chi sta a terra. E quando gli hanno chiesto la disponibilità ha risposto di sì senza tentennare: dopo tante missioni in giro per il mondo torna anche un po’ a casa, più vicino alla sua Chicago, e poi l’università delle Forze aeree che ha sede a Montgomery, alla base di Maxwell, è un centro di alto livello.

È comandata da un generale a tre stelle dell’aeronautica, James B. Hecker, e ha decine di migliaia di frequentanti. Ma ai corsi superiori dove insegnerà Vogel ci sono allievi scelti: ogni anno sono iscritti 250 colonnelli (e tenenti colonnelli) che si preparano a diventare generali.

Vogel va via da Vicenza con Monte Berico negli occhi: “Da lì ho visto il tramonto più bello”

Il colonnello Dan Vogel ha lasciato il comando della Guarnigione dopo due anni

Il successore di Vogel, Matthew J. Gomlak, ha ricevuto le consegne alla Ederle durante una cerimonia presieduta da Tommy R. Mize, direttore del comando di gestione delle installazioni americane in Europa. È un civile che lavora a Wiesbaden e sovrintende sette guarnigioni in Europa, Vicenza compresa, tra le 75 esistenti nel mondo, contando anche quelle negli Usa. E non deve meravigliare che sia un civile la massima autorità, perché dal punto di vista dell’organizzazione Usa il comandante di guarnigione in Italia ha l’autorità e la responsabilità di un sindaco, che deve fare funzionare una macchina complessa attorno alla quale girano a Vicenza 16mila persone tra militari, civili e italiani. Fosse un militare, Mize sarebbe sicuramente un generale a due stelle (almeno), come Andrew Rohling, più alta autorità militare che questa volta ha seguito la cerimonia alla Ederle in prima fila nel palco delle autorità, a differenza di venti giorni fa quando salutò alla “Del Din” il nuovo comandante della 173esima brigata, il col. Mike Kloepper.

Il colonnello Gomlak è un berretto verde di 45 anni. Proviene dalle Forze Speciali: per capirci, dal punto di vista del cinema è parente stretto di John Wayne e di Rambo. Sono loro che hanno creato il mito nei film, anche se il berretto verde è stato autorizzato da Kennedy nel 1961 per distinguere questi reparti. Fu Jfk a definire il berretto verde come “simbolo di eccellenza, un distintivo di coraggio, un segno di distinzione nella lotta per la libertà“. Il motto delle Forze Speciali, infatti, è “Da oppresso, libero”. In latino.

Ederle
Un’imamgine del quartier generale della base americana a Vicenza

Gomlak, come rivela il cognome, ha ascendenze europee: ha tre nonni polacchi e uno tedesco. Cita proprio il nonno nel discorso ufficiale di assunzione del comando. Fu lui – racconta – circa 80 anni fa, l’ultimo della famiglia a mettere una divisa in Europa. Da rifugiato polacco e appartenente alla resistenza, si arruolò nell’esercito francese clandestino di De Gaulle, liberò la Francia e poi, presa la moglie tedesca, emigrò negli Stati Uniti. Così iniziò la storia del nuovo ramo della famiglia, vicino a Buffalo. Anche per questo motivo personale, al di là del fatto che l’Italia è la prima destinazione per gradimento degli ufficiali, ci teneva ad essere assegnato in Europa. E ha ringraziato chi l’ha accontentato. Sul campo verde della Ederle, Gomlak scolpisce idealmente il motto del suo cartiglio citando una frase del presidente Lincoln: “Faccio il meglio che so, il meglio che posso, e intendo continuare a farlo sino alla fine”.

Il comandante Gomlak ha un master in storia conseguito alla Columbia come regalo dell’esercito

Come già scritto, potete leggerlo qui, Gomlak ha conseguito un master in storia alla Columbia university di New York, grazie a una borsa di studio dell’esercito. E l’Us Army deve considerarlo parecchio se si pensa che solo di tasse universitarie la Columbia costa 58mila dollari l’anno. Gomlak, quindi, è un berretto verde, operativo al massimo, ma anche un uomo di cultura. Mezzo discorso ci tiene e pronunciarlo in italiano: del resto, spiega, conosce lo spagnolo ed è stato più facile impararlo. Nel tempo libero, racconta, gioca a calcio (quello nostro, non il football americano perché, sostiene, non ha la grande statura che servirebbe) e pratica il wrestling.

Il direttore Mize: “Vogel è stato un esempio per l’esercito. Lo chiamavano tutti meraviglia

Wiesbaden
Il direttore delle installazioni dell’esercito, Tommy Mize, giunto a Vicenza da Wiesbaden per il passaggio di consegne

In fatto di sport, il suo collega Vogel va via dall’Italia con bei ricordi: ha girato il Veneto in lungo e in largo, dal monte Baldo a Cortina, ha partecipato alla pesca della trota selvaggia (autorizzata, ci tiene a precisare) e ha nuotato ovunque si potesse, perché ha almeno messo i piedi in ogni mare. Il direttore Mize dalla tribuna ricorda invece i suoi meriti professionali: “Il suo team è stato un eccellente esempio di gestione di una crisi di portata e decorso sconosciuto con un approccio costante e fiducioso di cui la sua squadra e la sua comunità avevano bisogno. In quattro giorni hanno creato il manuale Forza che è stato immediatamente adottato da tutto l’esercito e riconosciuto per la sua importanza dal segretario e dal capo di stato maggiore dell’esercito. Dan è stato un modello eccellente per i nostri comandanti di guarnigione. Lo chiamavano meraviglia i colleghi per i suoi messaggi video”.

Lui si congeda con un’altra considerazione: “L’Italia è senza dubbio uno dei più bei Paesi al mondo e, come noto, la destinazione estera più ambita. La cosa più bella dell’Italia sono gli italiani che hanno capito bene cos’è importante nella vita: la famiglia, gli amici, il buon cibo, le cose belle, lo stretto rapporto con la natura, il calore umano e la cordialità”. (Antonio Di Lorenzo)