martedì, 16 Aprile 2024
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Cavatton: “Amministrazione opaca, brava a imporre, non altrettanto a pensare in grande”

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Il consigliere anziano promuove Giordani, il Sigillo mondiale per la pittura del Trecento e il restauro del Castello Carrarese. Bocciate raccolta differenziata all’Arcella e viabilità

Ripresa. Raccolta differenziata, viabilità, cultura le priorità per il capogruppo del Gruppo Misto

Urbs picta, con il riconoscimento UNESCO per gli affreschi del Trecento, e il Castello Carrarese, con il grande intervento di restauro e bonifica delle antiche prigioni, sono i due più importanti interventi realizzati da questa amministrazione, ma sono davvero gli unici”.
A parlare è Matteo Cavatton, consigliere anziano, capogruppo del Gruppo Misto (in quota Fdl).

In consiglio comunale siede dal 1999 (anche in qualità di assessore nella giunta Bitonci), conosce il Palazzo e la politica padovana fin nei meandri più reconditi. “A dirla tutta – prosegue – il percorso per Urbs picta inizia molto tempo fa, e, in ambito culturale, poco o nulla è stato fatto di recente: pensiamo alla totale esclusione o al coinvolgimento marginale di altri enti, dal Conservatorio al Teatro Stabile, fino ai privati, dalle associazioni a importanti partner come Zed.

Per il resto, quanto eseguito o in procinto anche di essere cantierato dalla giunta Giordani, è frutto di scelte adottate ben prima di questa amministrazione. Qualche esempio? I più grandi progetti per Padova: il nuovo ospedale, la ristrutturazione dell’ex Foro Boario, il Parco Tito Livio, solo per citarne alcuni. La firma non è certo dell’attuale giunta”.

Se il capogruppo promuove Urbs picta e Castello Carrarese,
è sonora bocciatura per altre due grandi operazioni “vistosamente fallimentari”: la raccolta differenziata all’Arcella e la viabilità. “Per quanto riguarda la prima, sono da sempre a favore del sistema di raccolta.

Le gravi lacune, ormai sotto gli occhi di tutti, non sono peraltro imputabili, come si vorrebbe far credere, all’azienda incaricata della gestione. L’errore è a monte: sta nell’aver voluto forzare la mano, accelerando i tempi per l’attuazione di un servizio per il quale andavano ben valutati l’impatto, la conformazione urbanistica e l’identità stessa del quartiere.

La mancanza più grave? Aver impresso a tutti i costi una connotazione ideologica e politica a quello che deve esse- re solo un servizio, pensato bene prima per essere attuato come si deve poi”.

Altro nodo cruciale, la viabilità. “La soluzione al problema al traffico sa, a dir poco, di pa rodia. In quale città si fa guerra alle troppe auto cancellando i parcheggi? La riprova è che, ad auto ferme durante il lockdown, i valori di Pm10 non sono mai scesi.

La questione viabilità è, più di altre, cartina di tornasole di certe
politiche col paraocchi, attuate senza un confronto con i Comuni limitrofi o una spinta in avanti all’insegna della sostenibilità, senza sufficienti incentivi per
una soluzione realmente green del problema.

Il tema dimostra quanto l’amministrazione Giordani sia insuperabile nel riempirsi la bocca di belle intenzioni per poi smentirsi, puntualmente, nei fatti. L’aggettivo che userei per questa compagine è: opaca”.

Su quest’ultimo rilievo Cavatton fa un esempio: “Hanno esordito affermando che avrebbero ricercato ostinatamente condivisione e confronto e, invece …da allora si smentiscono ogni giorno.

 In ventidue anni in consiglio non ho mai visto un’amministrazione così accentratrice e poco rispettosa della democrazia. Bravissimi a predicar bene ma, nel concreto, il sostantivo che meglio li identifica è: autarchia.

A un anno dalla fine del mandato siamo in molti a osservare una deriva dirigista e dittatoriale. Non si tratta di una piega dell’ultim’ora: le cattive intenzioni, come più volte ho sottolineato, si sono palesate da subito dentro il consiglio, ma anche fuori e pure all’interno della giunta”.

Nonostante le critiche, Cavatton promuove a pieni voti Giordani: “La sua abilità politica è indiscussa, è l’arte tipica del politico da Prima Repubblica:
far scontrare l’uno contro l’altro i suoi per chiudere la partita affermando, come sempre accade, che se non la finiscono di litigare lui lascia. L’azione che più connota Giordani, che non è il grande regista, è: imporre.

Ad altrettanti pieni voti, ma negativi, boccio il presidente del consiglio comunale: mai in tanti anni l’assemblea cittadina, espressione più alta dell’attività politica, è caduta così in basso. L’augurio, mio e di tanti padovani (non dimentichiamo che Giordani è stato votato da poco più del 50 per cento degli elettori), è che il consiglio possa tornare ad esercitare i più autentici poteri di rappresentanza della città e dei suoi cittadini”.

Nicoletta Masetto