mercoledì, 17 Aprile 2024
HomeVicentinoVicenzaLa FLC Cgil: no all'obbligo del vaccino per gli insegnanti, solo atto...

La FLC Cgil: no all’obbligo del vaccino per gli insegnanti, solo atto di responsabilità

Tempo di lettura: 2 minuti circa

La FLC CGIL di Vicenza è contro l’obbligatorietà del vaccino per gli insegnanti e il personale della scuola: no all’obbligo, ma sì al vaccino come atto di responsabilità

Carmelo Cassalia FLC Cgil Vicenza
Carmelo Cassalia, FLC Cgil Vicenza

“L’obbligo, a nostro parere, è una strumentalizzazione politica e un’inaccettabile forzatura. Rischia di diventare il terreno di scontro ideologico dei vari schieramenti politici”. Lo afferma il segretario generale di FLC Cgil di Vicenza e provincia (ovvero la Cgil Scuola) Carmelo Cassalia.

“La politica si dovrà assumere la responsabilità di tutto ciò che accade e che accadrà nei confronti dei cittadini-elettori – continua -. L’obbligatorietà, come principio o ragion di Stato, potrebbe arrecare più danni che benefici”.

“Bisogna pensare a tutto ciò che serve oltre alla vaccinazione e non solo alla vaccinazione come rimedio al problema – sottolinea Cassalia -. La scelta di vaccinarsi dovrebbe essere una scelta individuale e responsabile, mai un obbligo”.

E il Segretario generale fa l’elenco di quello che servirebbe per far funzionare bene il mondo della scuola: “Noi riteniamo che per far ripartire la scuola in sicurezza servono trasporti, edifici, spazi, meno alunni per classe, aumento degli organici, maggiore tempestività nelle comunicazioni, risorse economiche/finanziarie e personale sanitario preparato a gestire in maniera efficace la quotidianità”.

“Usare l’obbligo vaccinale per eludere il blocco dei licenziamenti – denuncia Cassalia – è una triste decisione, è il limite della ragione e della Politica. Sarà una ferita insanabile che aprirà un forte contrasto con le parti sociali. Spero prevalga il buon senso”.

E conclude: “Una decisione drastica potrebbe generare disordini nel paese e di questo non ne abbiamo bisogno perché a pagarne le spese sarebbero sempre i più deboli”.