martedì, 16 Aprile 2024
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La storia: Serena e Davide, turisti “non per caso” a quindici chilometri da casa

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Metti un fine settimana all’Arcella “Ci sono cose fighissime, che non ti aspetti”

Spinta dalla promozione delle associazioni la coppia dell’hinterland ha seguito alla lettera gli itinerari proposti dalla Guida del quartiere.
“C’è un movimento positivo che coinvolge tutte le età, le famiglie e i commercianti”

E se il prossimo fine settimana ce ne andassimo all’Arcella? Ci può stare, se sei un turista in visita a Padova. Suona un po’ più strano se la proposta la fai quando abiti a quindici minuti di macchina. Eppure Serena non solo l’ha chiesto a Davide, ma ci sono andati veramente.

vacanza arcella serena davide
Serena Filippin e Davide Merlin (da Facebook)

Dal venerdì sera alla domenica pomeriggio, lasciandosi ispirare dai sei itinerari e dai 73 punti di interesse contenuti nelle pagine della “Guida all’Arcella”, una sorta di Lonely Planet formato quartiere redatta da Gianluca Costa e Vanni Sgobba.

Vivo in provincia, in città ci vado per lo shopping e all’Arcella ci passo. Eppure non ero mai andata a vedere i murales di Toni Gallo. Mi sono detta no, adesso prendo e vado. Poi scopri tutto il resto”. Ventisette anni lei, quasi trenta lui. Serena è un’assistente sociale, il suo compagno è fiscalista. C’era un anniversario da festeggiare, ma anche senza quei dieci anni insieme, che valevano almeno una gita fuori porta, all’Arcella prima o poi ci sarebbero andati.

Seguendo le pagine social di Arcellatown e Sguardi d’Arcella mi è venuta la curiosità di andare a vedere di persona il territorio vivacissimo che viene raccontato e promosso. Quel qualcosa di bello e di nuovo che sta nascendo. Il brutto lo sapevamo già, fa parte della cronaca, ma andarci significa scoprire un quartiere in fase di rinascita, un movimento positivo che coinvolge tutte le età, le scuole, i bambini, le famiglie, i commercianti e i piccoli imprenditori”.

Si chiama turismo di prossimità. “Era tanto che ci pensavo”, racconta Serena. Hanno preparato il trolley e prenotato una camera al bed&breakfast “Da Coco”, una palazzina del quartiere ristrutturata da due fratelli secondo la filosofia green, dal plastic free ai prodotti biologici per colazione.

Lo segnala la Guida per il murales che c’è nella facciata, una giungla che rappresenta quello che si dice sia l’Arcella. E siamo partiti da qui, noleggiando le mobike e seguendo tutti gli itinerari suggeriti, alla lettera, senza mai mettere piede in centro città: il ponte di accesso al quartiere, il barbiere che alla sera si trasforma in luogo per i concerti, i tramezzini, i pasticcini del bar del patronato di San Carlo

Ci sono delle cose  fighissime, che non ti aspetti”. Dici Arcella e pensi alla street art. “Forse è la cosa più evidente e più facile da promuovere”, sostiene Serena, attratta da uno degli extra-trip che non ha voluto perdersi: “Due scuole hanno fatto colorare ai bambini delle tavolette di legno che sono state appese ai
cancelli delle case. Così tu giri e ti ritrovi in un pezzo di quartiere in cui ogni tanto sbuca una tavoletta colorata da un cancello qualsiasi.

Fino alla cancellata del parco Milcovich, ricoperta di tavolette. L’ho trovato bellissimo, perché con la semplicità si crea senso di unione, di appartenenza e integrazione”. Per Serena e Davide, nati in provincia di Padova, questo è il loro territorio.

Forse la pandemia – riflette Serena – ci ha fatto rivalutare ciò che di bello abbiamo vicino. Siamo stati abituati ad andare lontano, ma c’è tanto da scoprire anche qui e alla fine succede che i turisti sappiano più cose di noi su casa nostra. Credo soprattutto che sia importante valorizzare le iniziative di chi vive i luoghi. Sono una risorsa preziosissima. Va fatto sapere che ci sono persone, come gli arcellani, che dedicano il proprio tempo libero per promuovere il bello che c’è nel proprio quartiere con l’obiettivo di portare un svolta in positivo del luogo in cui vivono.

Oggi fare crescere il bello è difficile”. Lo hanno raccontato sui social, il loro fine settimana all’Arcella. Inutile dirlo: è diventato virale, anche se Serena e Davide non se l’aspettavano. “Ci sembrava una cosa carina per i nostri amici e per il quartiere. Volevamo mettere in luce l’impegno di tante persone”, sottolinea Serena, quasi intimidita dal tam-tam scatenato. Il suo compagno – che in questa parte di Padova ha vissuto da bambino – sulla propria pagina Facebook ha provocato col sorriso, sostenendo che l’Arcella è di gran lunga migliore di Mortise. Che a questo punto secondo Serena sarà per forza la prossima tappa.

Ormai c’è questo gioco autoironico di Arcella contro Mortise e allora – annuncia – vorrei scoprire anche le cose belle di questo quartiere, seguendo l’idea che nei
quartieri c’è tanto sia da dire che da mostrare. Ma non so se abbiano già fatto la guida di Mortise…”. L’appello è stato lanciato. I mortisani raccolgano.

Sara Salin