venerdì, 29 Marzo 2024
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Chioggia, capitale italiana della Cultura 2024: “Dobbiamo imparare ad essere una squadra!”

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L’intervista ad alessia Boscolo Nata del Comitato promotore Chioggia, capitale italiana della Cultura 2024. “E’ una sfida che la comunità dovrà vincere e non solo delle istituzioni” dichiara.

Alessia Boscolo Nata del Comitato Chioggia capitale italiana della Cultura 2024

“Il pesce di ceramica dell’ex albergo Stella d’Italia è il simbolo della rinascita, che ho avuto modo di approfondire in un mio studio per “Chioggia. Rivista di studi e ricerche”, assieme all’amico Matteo Doria, anche lui protagonista di questa bella avventura” racconta Alessia Boscolo Nata del comitato promotore di Chioggia, Capitale italiana della Cultura 2024.

C’è già il nome del manager o della squadra che gestirà le attività per la candidatura?

“Sì, l’amministrazione comunale ha vagliato più proposte giunte sia all’assessore e al dirigente alla Cultura che al nostro gruppo promotore; la figura più adatta per questo percorso è stata scelta con cura. Per il ruolo di project manager è stato incaricato Marco Girolami, già direttore del Centro Studi del Touring Club Italiano e oggi esperto di marketing territoriale e processi di sviluppo locale del Consorzio Starting4 di Padova. Girolami e il suo team ci condurranno verso il 2024 con grande professionalità ed esperienza nel settore culturale e della promozione di eventi”.

C’è qualche anticipazione riguardo ai dettagli del progetto che verrà presentato?

“Il bando per la partecipazione chiede il saper fare rete tra le associazioni e gli enti, uno sguardo attento all’ambiente e all’innovazione tecnologica e informatica. Dobbiamo ammettere che questi non sono punti di forza della nostra città e ci aspetta un bel lavoro! Inoltre stiamo individuando nuovi spazi per manifestazioni ed eventi che possano essere attrattori di grandi flussi. Le nostre forze si stanno concentrando non solo sui contenuti culturali ma, soprattutto, sulle “relazioni” tra le amministrazioni e i grandi enti. Non ultimo il tema degli sponsor: un’iniziativa come questa che porterà prestigio alla nostra città ha bisogno di mecenati lungimiranti, che capiscano il valore dell’investimento culturale a lungo termine”.

Cosa è emerso dagli incontri di fine luglio con le realtà locali?

“Una cabina di regia che ho avuto la fortuna di poter vivere in prima persona, un’emozione che non capita tutti i giorni, che ti dà una visione senza filtri della realtà cittadina. In questa prima fase abbiamo parlato poco e ascoltato tanto, facendo emergere le problematicità e i punti di forza. È sotto gli occhi di tutti una programmazione culturale che quest’anno è migliorata e di grande qualità, un arricchimento della proposta culturale che è un passo decisivo verso quella che sarà la Capitale. É emerso un desiderio di destagionalizzazione, come avveniva in passato, anche per mantenere i giovani in città e dare posti di lavoro continuativi. Un territorio così ricco deve essere irrorato dalla “mobilità dolce”, superando problemi infrastrutturali che non competono direttamente il nostro progetto (su questa tematica la gente fa molta confusione) ma che apriremo al dialogo con questa e la prossima l’amministrazione. Ultima cosa che devo aggiungere e che è stata molto sottolineata nei nostri dialoghi: la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2024 non è la candidatura del gruppo promotore o dell’istituzione, ma di tutta la comunità. Quindi chiediamo alle molte associazioni che danno il loro appoggio alla candidatura di esporsi con proposte, mettendoci la faccia per scendere in campo uniti come una vera squadra. L’obiettivo vero è innescare un processo di trasformazione positiva a vantaggio di tutta la città, a prescindere dalla vittoria di questa candidatura”.

Luca Rapacciolo