Vicentino di 74 anni salvato da 16 uomini del soccorso alpino di Trento alle 4 di notte: si era procurato in serata una frattura esposta ad una gamba tra il Becco di Filadonna e il rifugio Casarota. Impossibile l’impiego dell’elicottero per la nebbia in quota

È terminato intorno alle 4 di questa mattina un complesso intervento del Soccorso Alpino che ha recuperato un escursionista della provincia di Vicenza di 74 anni gravemente ferito in una zona impervia sotto il Becco di Filadonna. A causa del maltempo e dell’ormai sopraggiunta oscurità non era possibile l’uscita dell’elicottero.
Il 74enne giaceva con una frattura esposta ad un arto inferiore sul sentiero 442 tra il rifugio Casarota e il Becco di Filadonna (gruppo della Vigolana).
L’uomo, in compagnia della figlia, si stava dirigendo verso il rifugio Casarota per trascorrere la notte, dopo che in cima non avevano trovato posto al bivacco della Madonnina perché pieno.
Con loro altre due persone. In prossimità del passo di Bus de le Zole, a una quota di circa 1.900 metri sul livello del mare, l’escursionista è scivolato sul sentiero procurandosi una frattura esposta alla gamba. La chiamata al Numero Unico per le Emergenze 112 è arrivata intorno alle 21 e 30.
NIENTE ELICOTTERO TROPPA NEBBIA A 1900 METRI
Il Coordinatore dell’Area operativa Trentino centrale del Soccorso Alpino e Speleologico ha chiesto l’intervento dell’elicottero che, a causa della nebbia fitta, non ha potuto effettuare l’operazione di recupero e nemmeno trasferire in quota gli operatori della Stazione Altipiani, pronti in piazzola. +
I soccorritori si sono quindi incamminati per raggiungere l’infortunato a piedi insieme agli operatori della Stazione di Levico, mentre la gestrice del rifugio Casarota è salita fino al luogo dell’incidente per portare coperte e bevande calde.
I soccorritori, tra cui vi erano anche un medico e un’infermiera del Soccorso Alpino, hanno raggiunto l’escursionista e lo hanno sottoposto a terapia antalgica per il dolore.
Intorno alle ore 1, dopo aver stabilizzato e imbarellato l’infortunato, un totale di 16 soccorritori hanno cominciato la discesa, resa difficile dalla scarsissima visibilità dovuta alla nebbia, dandosi il cambio per il trasporto della barella, fino al rifugio Casarotta e poi fino a valle, dove hanno consegnato l’infortunato all’ambulanza. L’uomo è stato portato all’ospedale Santa Chiara di Trento.
Un’operazione che la centrale del CNSAS trentino sottolinea che è stata resa possibile anche dalla preziosa collaborazione dei gestori del rifugio Casarota, che hanno messo a disposizione la teleferica per il trasporto del materiale, e coperte e bevande calde anche per i 16 uomini del soccorso.
Un’operazione che la centrale del CNSAS trentino sottolinea che è stata resa possibile anche dalla preziosa collaborazione dei gestori del rifugio Casarota, che hanno messo a disposizione la teleferica per il trasporto del materiale, e coperte e bevande calde anche per i 16 uomini del soccorso.
