giovedì, 28 Marzo 2024
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Treviso: tutto è pronto per i 4passi Festival

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Treviso, manca poco al 4passi Festival e l’artista russa Grankova sta già lavorando all’installazione Burqa

A pochi giorni dall’inizio ufficiale di 4passi Festival, in programma nel capoluogo trevigiano dal 22 al 24 ottobre, la manifestazione dedicata all’economia solidale scalda i motori e vede una delle protagoniste dell’edizione 2021 già al lavoro nella realizzazione di un’opera d’arte site specific che diventerà il vessillo del festival stesso. L’artista russa Varnara Grankova in queste ore è già impegnata nella creazione dell’installazione Burqa, che nei giorni della manifestazione sarà ospitata sotto la Loggia dei Trecento. L’opera, realizzata grazie alla collaborazione con due partner di rilievo quali Contarina Spa e Arte Laguna Prize, sarà costruita utilizzando abiti dismessi, raccolti per mezzo di una call lanciata a inizio settembre. L’inaugurazione è in programma venerdì 22 ottobre alle ore 18, e l’installazione resterà poi visibile durante tutta la durata del festival.

L’artista russa che sta già lavorando al suo progetto per i 4passi Festival di Treviso è famosa in tutto il mondo per le sue opere e installazioni.

Grankova, da sempre interessata alle tematiche sociali, è già stata vincitrice del Premio Sostenibilità e Arte di Arte Luguna Prize con il progetto “Thingism”, nel quale ha affrontato un tema centrale per la sostenibilità, ossia la produzione di cose (things) e in particolare dell’abbigliamento, che crea volumi di rifiuti enormi, consuma risorse e contribuisce a creare disuguaglianze a livello globale, tra aree di produzione e aree di consumo, dove le persone hanno standard di vita contrapposti. Per 4passi Festival l’artista ritorna sul tema della moda e della sostenibilità, creando un’opera fuori dal comune.

Ed è la stessa artista russa che sta lavorando all’installazione per il festival di Treviso 4passi che spiega il significato nascosto dietro a questo progetto

Burqa è un progetto dedicato ai recenti cambiamenti politici in atto in Afganistan. La posizione delle donne nell’ambito dei diritti umani è drasticamente cambiata in un solo mese. Ora ogni donna del Paese ha l’obbligo di vestirsi secondo le norme religiose, nascondendo tutte le parti del corpo. Le sculture sono state realizzate con abiti di seconda mano, inutilizzati, che abbiamo raccolto per un mese in Italia, la culla della moda. Sono per la maggior parte abiti femminili in quanto l’industria della moda lavora di preferenza per le donne. Nella cultura occidentale le donne solitamente utilizzano un gran numero di abiti per attirare l’attenzione maschile. Questo in contrapposizione a molte culture orientali in cui gli abiti femminili tradizionali vengono utilizzati proprio per evitare la loro attenzione. In questo modo il progetto mostra con chiarezza il divario tra la mentalità/l’atteggiamento nei confronti delle donne e il loro diritto di vestirsi per se stesse e la loro dipendenza dallo sguardo maschile in diverse culture.

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