venerdì, 29 Marzo 2024
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Ulss 8, atteso un picco di contagi a partire da novembre. I vaccinati a Vicenza sono l’81%

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A Vicenza sono i quarantenni i meno vaccinati: il rapporto della dg Bonavina a palazzo Trissino

A Vicenza è vaccinato l’81% degli interessati, con riferimento a una popolazione di oltre 100 mila cittadini. In questo momento risultano 79 i positivi nel Comune di Vicenza, che corrispondono al 27% del totale dell’Ulss 8. Sono ricoverati al San Bortolo e questo riduce i posti letto per le altre patologie. Ma c’è da tenere presente che nei prossimi giorni è atteso un aumento del contagio, e quindi dei ricoveri. Lo ha spiegato alla commissione consiliare del Comune la direttrice generale dell’Ulss 8, Giusi Bonavina, che ha fornito alcuni dati sulla pandemia a Vicenza.

I ricoveri per covid sono 20 oggi: magari non sembrano moltissimi, ma tre mesi fa erano zero. E questo fa pensare. Fra gli over 80 il 99% risulta vaccinato, fra i 12 anni e 19 anni è vaccinato il 68%. I quarantenni rispondono di meno: infatti la quota dei vaccinati è il 40%.

Sono poche le terze dosi effettuate, soltanto 2.300. Complessivamente, su 438 mila persone dell’Ulss 8, i vaccinati sono 382mila. Da vaccinare sono 56mila persone, che non sono solo no vax ha precisato la direttrice. Ogni giorno, intanto, l’Ulss 8 provvede a 6.000-10.000 tamponi: si registrano 40 positvi al dì, cioè 280 alla settimana. Dal 2 novembre inizierà la campagna anti-influenzale, che si accompagnerà a quella vaccinale contro il covid.

Rolando: “Preoccupante l’aumento dei ricoverati”

Bonavina Ulss 8
Maria Giuseppina Bonavina, direttrice generale dell’Ulss 8

Commenta il consigliere comunale Gianni Rolando: “”Da questo spaccato fornito dalla dg, utile per avere dati certi con la forza dei numeri, sui quali varrà la pena approfondire, emerge un quadro di aumento dei ricoveri in questo ultimo periodo; che i ricoverati occupano i posti letto altrimenti dedicati ad altre patologie ovvero i posti letto covid portano via i posti ad altri, anche in rianimazione”.

“Il sistema sanitario pubblico universale sta reggendo, con la grande generosità e sacrificio del personale sanitario. Questa pandemia lo ha dimostrato. Ovvio, a mio avviso, che la carenza di personale infermieristico e qua e là di medici chiama in causa la necessità di equilibrare il riconoscimento professionale con le condizioni contrattuali. Per restringere la forbice della competizione contrattuale tra pubblico e privato. Ma questo é un altro discorso che chiama in causa la Regione e il livello legislativo”.