Apprezzata la location di Gustus che ha scelto a Vicenza la sede del conservatorio “Pedrollo”
Gustus, la rassegna dei vini e sapori dei Colli Berici e della zona di Gambellara-Montebello, è stata un successo.
In due giorni ha richiamato oltre 800 persone nella sede del conservatorio “Pedrollo” in contrà San Domenico. Va ricordato che questa undicesima edizione di Gustus aveva anche una finalità benefica: finanzierà il restauro di un affresco all’interno dell’edificio, custodito nella sala concerti Marcella Pobbe. Si tratta di un’opera del pittore vicentino Giovanni Vajenti Speranza intitolata La Crocifissione, in cui Cristo è raffigurato con i due ladroni ai lati e sotto tra gli altri la Vergine, l’apostolo Giovanni e la Maddalena. Terminato nel 1526, l’affresco fu riscoperto nel 1844 dal canonico Ludovico Gonzati sotto uno strato di calce e restaurato una prima volta.
I banchi d’assaggio dei 23 produttori erano allestiti nell’antico chiostro ed è stata una scelta indovinata: la location s’è dimostrata suggestiva, l’atmosfera felice è stata completata dai jazzisti che hanno accompagnato dal vivo le degustazioni.
La scelta della sede del conservatorio è stata apprezzata da visitatori e produttori, sia rispetto al palazzo di Barbarano (francamente più angusto) sede delle ultime edizioni pre covid e ancor più rispetto a palazzo Valmarana Braga in corso Fogazzaro, senz’altro prestigioso ma semi-impraticabile.
Numerose le novità che sono state presentate al pubblico di appassionati dalle cantine dei Colli Berici: la riserva di “Casara Roveri”, per esempio, che Nicola Dal maso ha messo in bottiglia per celebrare i 25 anni dell’etichetta, la riserva di carmenere che Andrea Mattiello ha battezzato “Foliage”; il Tai bianco, un’assoluta rarità, oppure il bianco “Iose” dedicato al bisnonno Giuseppe che la Cantina Pegoraro di Barbarano Mossano ha imbottigliato, presentata da Enrico Pegoraro assieme al fratello Alessandro. Grande entusiasmo per alcuni protagonisti che sono bandiere della zona, come Piovene Porto Godi (presente con Alessandra e Lele), Inama, Cà Rovere di Alonte che produce solo bollicine, apprezzate da un intenditore come Antonio Paolini, direttore della guida del Gambero Rosso. E poi da ricordare Punto Zero di Marcella Toffano, realtà giovane ma in crescita, altri “classici” come Pieriboni, che rappresentano una sicurezza, e via elencando.
Tra i sapori vicentini presentati, vivo successo hanno riscosso i salumi di Marco Fantin, seconda generazione del Salumificio dei Castelli e presidente del consorzio della sopressa vicentina. Anche gli assaggi preparati dal ristorante La Peca di Lonigo (finto gelato mottarello che in realtà è formaggio Asiago e finto pomodoro, che in realtà contiene una palla di coniglio alla cacciatora) hanno riscosso ampio apprezzamento.