venerdì, 29 Marzo 2024
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“Città della speranza” punta a raccogliere nei prossimi dieci anni 80 milioni di euro

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Approvato dai soci il bilancio di “Città della speranza” che ha una forte anima vicentina

Nell’anno del covid, “Città della speranza” ha messo a segno un importante risultato: non solo ha svolto regolarmente il suo lavoro di ricerca e diagnostica, ma ha aumentato in termini quantitativi e soprattutto qualitativi la sua produzione scientifica.

Che sia vero lo dimostra il valore del “fattore di impatto”, come viene chiamato nella letteratura accademica: si tratta del numero medio di citazioni ricevute dagli articoli pubblicati in una rivista scientifica nei due anni precedenti. L’anno scorso il valore del “fattore di impatto” per i lavori scientifici prodotti dai ricercatori di “Città della Speranza” è passato da 4.9 del 2017 a 7.7 del 2020. Il che vuol dire che i ricercatori hanno effettuato scoperte di maggior peso scientifico e clinico.

Nell’anno del covid i 300 ricercatori di “Città della speranza” hanno prodotto studi scientifici più numerosi e importanti

La “Torre della ricerca” di “Città della speranza”: vi lavorano 300 ricercatori

Questo aspetto è emerso durante l’assemblea dei soci di “Città della speranza” che ha approvato il bilancio 2020, che s’è chiuso con un utile di oltre 28mila euro, portando a 151mila euro il patrimonio libero dell’istituto. I costi di gestione dell’edificio ammontano a oltre 4 milioni di euro, mentre il funzionamento della “Torre della ricerca” è di quasi due milioni.

 

 

Andrea Camporese, presidente della Fondazione “Città della speranza”

Va ricordato che “Città della speranza” è molto vicentina: non solo perché è vicentino il presidente Andrea Camporese come lo è Andrea Masello, che è uno dei fondatori della “Città”. E’ vicentino d’adozione anche Luca Primavera, che da un anno è amministratore delegato e direttore generale della Fondazione. Inoltre, è proprio nel Vicentino che “Città della speranza” raccoglie il maggior numero di fondi.

I principali finanziatori delle attività di IRP continuano ad essere Fondazione Città della Speranza e Fondazione Cariparo. La prima ha stanziato un budget di 1.100.000 euro per tre anni (2021-2023) per il finanziamento di progetti innovativi di ricerca clinica e traslazionale che abbiano una forte ricaduta sulla prevenzione, diagnosi e cura delle patologie pediatriche nell’ambito del terzo “Bando della Direzione Scientifica IRP”. La Onlus ha inoltre investito in facilities per ulteriori 1.500.000 euro a triennio e ha finanziato con 300.000 euro il “Progetto Covid” per lo studio sulla caratterizzazione della risposta immunitaria dei pazienti ricoverati a Padova.

La prof. Viola lancia un appello alle istituzioni a lavorare assieme: “Abbiamo davanti tempi difficili”

Antonella Viola, direttrice scientifica della Fondazione, ripresa a Barbarano alla presentazione del suo libro

Il secondo soggetto finanziatore, Fondazione Cariparo, nel 2020 ha assegnato 4.000.000 euro al terzo Bando di Pediatria per tre anni di attività (2020-2022), chiudendo così un accordo decennale con la Fondazione che prevedeva 1 milione di euro all’anno per 10 anni, e ha inoltre stanziato 200.000 euro per il “Progetto Covid”.

Da soggetti terzi, sono arrivati l’anno scorso 560 mila euro.

Sul piano occupazionale, nell’ultimo anno l’Istituto di ricerca pediatrica ha potuto garantire un contratto a tempo indeterminato ad altri due ricercatori e ha inserito la figura di “Responsabile del grant office”, portando i propri collaboratori a 32 unità. Complessivamente ogni giorno nella Torre lavorano circa 300 persone tra ricercatori e personale di staff.

 

 

Camporese: “La Fondazione in 27 anni di vita ha raccolto 80 milioni di euro. Nei prossimi dieci anni ne raccoglieremo altrettanti”

“La Fondazione in 27 anni di vita ha raccolto oltre 80 milioni di euro raccolti e si pone ora come obiettivo di raccoglierne altrettanti nei prossimi 10 anni. Per questo è importante stimolare l’istituto e il territorio per far nascere idee nuove per renderci ancora più forti nel perseguimento del nostro primo obiettivo, la cura dei bambini”, ha concluso Andrea Camporese, presidente della Fondazione Città della Speranza.

Luca Primavera, amministratore delegato e direttore generale della Fondazione Città della speranza

“A quasi 10 anni dalla sua costituzione, l’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza è un’eccellenza nel panorama della ricerca in Italia. Questo grazie al lavoro dei gruppi di ricerca, agli investimenti in tecnologia, al continuo rinnovamento di strumenti e facility, al reclutamento di scienziati di alto e altissimo livello, alla multidisciplinarietà della ricerca, introdotta alcuni anni fa come elemento distintivo del nostro Istituto, che sta dando risultati tangibili, anche in termini di riconoscibilità del ruolo dell’istituto – ha dichiarato l’amministratore delegato Luca Primavera – Tutto questo ci riempie di orgoglio e soddisfazione, ma allo stesso tempo ci deve spingere a fare di più, incrementando gli sforzi per un utilizzo ottimale di beni materiali e aumentando la quota di finanziamenti derivante da tutti i grant assegnati ai gruppi di ricerca”.

 

 

Franco Masello, imprenditore vicentino, è tra i fondatori di “Città della speranza”

“Negli ultimi anni l’istituto è cresciuto in termini di competenze, numero di ricercatori, produzione scientifica, collaborazioni, brevetti e finanziamenti – ha osservato la professoressa Antonella Viola, direttore scientifico dell’Istituto – Ritengo che l’anno che abbiamo davanti sia particolarmente critico e decisivo. Da questo punto di vista, il mio invito alle istituzioni che si occupano di ricerca e, in primis, all’università di Padova, è di fare squadra e lavorare insieme, perché se c’è una cosa che abbiamo imparato dalla crisi che stiamo vivendo a causa del covid è che si cresce insieme: solo attraverso una autentica unità di intenti si potranno raggiungere grandi risultati”.

“Il covid e gli interventi pensati per superare l’emergenza e le conseguenze negative della stessa ci consegnano uno scenario radicalmente differente rispetto al 2019: sarà importante avere capacità di ascolto e attenzione al cambiamento. Gli interventi a favore della ricerca, sia all’interno del Pnrr sia attraverso i canali di finanziamento ordinari, avranno riflessi importanti anche sull’Istituto”, ha dichiarato il presidente dell’istituto, il professor Antonio Parbonetti.