La corte Ca’ Lando si lega con una convenzione all’Università di Padova, diventando luogo per attività didattiche, di ricerca e culturali.
Presentata ufficialmente la collaborazione tra Comune di Padova e il Dipartimento di Ingegneria civile edile e ambientale dell’Università degli Studi di Padova. Questo splendido edificio del Rinascimento, che già accoglie diverse attività di volontariato, diverrà presto fucina di laboratori e idee per i giovani studenti di domani.
Hanno preso parte alla presentazione ufficiale l’assessore Andrea Colasio, il prorettore Unipd all’Edilizia Carlo Pellegrino, il presidente del corso di laurea di Ingegneria Edile – Architettura Stefano Zaggia, ed Edoardo Narne, docente del corso di laurea, responsabile della convenzione e coordinatore del gruppo G124.
Il gruppo G124, iniziativa dell’architetto e senatore Renzo Piano, è un progetto di riqualificazione urbana con partecipanti da tutti Italia e che può vantare la sua presenza anche a Padova.
“Stiamo ancora pensando di lavorare ancora all’Arcella, sempre con Renzo Piano, e abbiamo appena concluso al parco della Guizza e al parco dei Salici” ha affermato Edoardo Narne, spiegando la vitalità di questa iniziativa al servizio della comunità cittadina.
Stefano Zaggia ha sottolineato: “Qui noi come corso di laurea di Ingegneria e Architettura, del dipartimento di Ingegneria civile e ambientale, abbiamo intenzione di lavorare con i nostri studenti e i già laureati su temi che riguardano da un lato il patrimonio storico e architettonico (in particolare la valorizzazione di questo luogo, raccontandone la storia e organizzando anche delle piccole iniziative come mostre e incontri), dall’altro un lavoro di progettazione sulle fragilità della città di Padova, soprattutto nelle zone di periferia e le aree che hanno necessità di rigenerazione e riprogettazione”.
Andrea Colasio ha espresso la sua soddisfazione per questo fortunato connubio, ricordando la storia dell’edificio: “Venne realizzato nel 1534 grazie a un lascito di Marco Lando ed è il primo caso di welfare sociale, il primo esempio di edilizia residenziale pubblica (all’epoca si diceva caritatevole). Da un punto di vista architettonico è un unicum (che dialoga con alcuni esemplari del nord Europa) e costituisce indubbiamente di un bene culturale che ancora oggi come in passato ospita situazioni di ‘fragilità sociale’. Ma ciò che è importante è averci inserito, in collaborazione con il dipartimento di edilizia civile e ambientale, un qualcosa di più: un laboratorio culturale, un luogo frequentato da giovani e ricercatori. Perché è bene coniugare la dimensione sociale e la dimensione culturale”.
Fedora, giovane studentessa la cui tesi si occupa proprio di raccogliere informazioni sulla riqualificazione dell’edificio, ha affermato: “All’interno l’impostazione standard di tutti i giorni, dove noi dovremo lavorare e progettare, vede 6 tavoli, sei postazioni tematiche che richiamano i nomi dei più grandi architetti che lavorarono qui a Padova (Giuseppe Jappelli, Andrea Palladio, Daniele Calabi, Vincenzo Scamozzi, Giovanni Maria Falconetto e Giovanni degli Eremitani)”. Ma i tavoli potranno essere disposti in maniera diversa a seconda delle necessità, come formare una tavola rotonda o organizzare un’esposizione.
Moltissimi sono i progetti in corso, a cui i giovani tesisti lavoreranno con passione assieme ai loro professori per assistere la città e arricchirla di una rinnovata bellezza.