In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, l’incontro a Bagnoli di Sopra.

Davvero molto interessante, con numerose informazioni utili e interessanti spunti di riflessione, la serata pubblica promossa lo scorso 25 novembre scorso, in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. L’evento è stato organizzato dal consigliere con delega alle politiche giovanili e pari opportunità Elisa Tiberto, in collaborazione con la Compagnia Teatrale Sottosopra.
Le relatrici, le dottoresse Chiara Mariani, del Centro Antiviolenza di Venezia e Giulia Piovan, del centro Veneto Progetti Donna, hanno evidenziato come più del 31% delle donne in Italia ha subito nell’arco della propria vita una forma di violenza fisica o sessuale e più del 26% delle donne subisce violenza psicologica ed economica dal partner. La dottoressa Mariani ha sottolineato: “Viviamo in una società patriarcale in cui il genere maschile predomina su quello femminile. La violenza è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi ed è per questo che anche se la Convenzione di Istanbul ci dice che la violenza domestica può avere come vittima un uomo e quindi come autore della violenza una donna, più spesso si parla della violenza maschile sulle donne: perché i dati ci dicono che i casi di violenza domestica colpiscono maggiormente le donne”.
E’ possibile distinguere diversi tipi di violenza, ha fatto presente Elisa Tiberto. “Bagnoli è stato uno dei pochi comuni a promuovere l’informazione in questa occasione ed offrire strumenti utili per gestire il fenomeno. È stato un evento davvero seguito dai cittadini”. Nel territorio italiano i centri anti violenza attivi sono 366. Le attività principali dei centri antiviolenza prevedono: l’accoglienza telefonica, il sostegno e la consulenza psicologica, informazioni e consulenze legale, accompagnamento a procedure burocratiche, la promozione di indipendenza economica e lavorativa, la ricerca di autonomia abitativa, l’accompagnamento ai servizi, l’affiancamento nel processo giudiziario, l’ospitalità in alloggi protetti o case rifugio, progetti con figli/figlie, mediatrici culturali. Sono attivi i centri a Padova, Cadoneghe e Abano Terme, oltre a “Donnedeste” con sportelli a Este, Conselve, Montagnana e Solesino.
Cristina Lazzarin