martedì, 16 Aprile 2024
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Quarta dose in Veneto, Zaia: “Non si ripetano i ritardi della terza”

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“Spero che la storia vissuta con la terza dose in Italia non venga ripetuta per la quarta, abbiamo perso un mese e mezzo a favore degli anziani e per chi aveva concluso il ciclo da 6 mesi”. Lo ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia.

Zaia

“Faccio appello alle autorità perchè ci sia la coscienza che febbraio è dopodomani. Ricordiamo che c’è gia’ chi ha fatto la prima dose un anno fa” ha aggiunto il presidente che oggi ha incontrato la stampa.

Buone notizie iniziano arrivare dalle curve dei ricoveri, che secondo Zaia “non sono più così incattivite. Abbiamo una proiezione per cui potremmo arrivare a 239 ricoveri in terapia intensiva nei prossimi giorni che è un numero alto ma ancora sostenibile”.

Scuola e quarantena, presto modifiche

Zaia torna a sollecitare l’autodiagnosi anche a scuola: “Il cittadino entra nell’ottica dell’autodiagnosi, e dovremo portarlo anche nelle scuole, cosa che esiste in altri paesi come Israele e Gran Bretagna. Tifiamo perchè la scuola apra, ma deve essere la comunità scientifica a certificare la possibilità. Faccio appello agli esperti e al Cts perchè entro questa settimana ci dicano se dal 10 gennaio si riaprono scuole, e per chi. L’anno scorso si è andati a sensazione, oggi è giusto essere severi, dopodichè tutti tifiamo per riaprire”.

Medici di base in Veneto, ampliata la capienza

In Veneto i medici di base possono ampliare in via temporanea e volontaria da 1.500 a 1.800 i pazienti a fronte di un’indennità aggiuntiva. A stabilirlo è una delibera della giunta regionale, annunciata dal presidente Zaia. “Ai medici che accetteranno di aumentare i pazienti verrà riconosciuta un’indennità per l’assistente amministrativo di studio fino a 2 euro per assistito, che si sommano ai 3,50 per paziente già previsti. Un’altra decisione riguarda i medici di continuità assistenziale e le guardie mediche la cui tariffa è stata parificata a quelli delle Usca, da 23 a 40 euro all’ora. Queste misure complessivamente costerebbero 52 milioni di euro all’anno, disponibili nel Fondo sanitario regionale”.

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