Lavori per quasi 2 milioni di euro, a cura del Segretariato del Ministero della Cultura per il Veneto, all’ex Convento dei Frari a Venezia, dove sono stati aperti numerosi cantieri per riportare l’antica struttura alla sua bellezza originale
Primo tra i lavori, il restauro del pozzo del Chiostro di Sant’Antonio dell’Archivio di Stato, a cui è stata rimossa la propria “vera” e che è stato scoperchiato, mostrando così la complessità di queste particolari macchine idrauliche, che consentivano a Venezia di raccogliere l’acqua. Infatti, “Venezia è in aqua et non ha aqua”, scriveva lo storiografo e senatore della Repubblica Serenissima, Marin Sanudo (1466-1543), poichè l’isola pur essendo circondata dall’acqua salmastra della laguna non disponeva di acqua potabile: i pozzi permettevano invece la raccolta dell’acqua piovana e fungevano da vere e proprie cisterne “di sopravvivenza”.
“Il pozzo del Chiostro di Sant’Antonio non veniva più usato da almeno cent’anni – afferma Alberto Lionello, progettista e direttore lavori – e questo luogo si allagava. Ora pensiamo di riusarlo per i servizi igienici e per irrigare i giardini”.
Oltre ai lavori al pozzo, il cantiere dei Frari comprenderà anche alcuni lavori al Refettorio d’Inverno e le antiche cucine dei frati. L’obiettivo è riaprire l’accesso dalla facciata ottocentesca.
“Alcuni spazi verranno ridestinati ad achivio, – spiega Marta Mazza, segretario del Ministero della Cultura per il Veneto – si stanno poi restaurando anche gli arredi storici e alcuni spazi completamente inutilizzati verranno destinati a sale congressi, spazi espositivi per mostre e altro”.
La chiusura dei lavori è prevista per la metà di quest’anno. I vari cantieri, a cura proprio del Segretariato del Ministero della Cultura per il Veneto, verranno a costare quasi 2 milioni di euro.